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Soia, la (possibile) rivoluzione dei flussi commerciali

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La guerra dei dazi tra Usa e Cina potrebbe rivoluzionare gli scambi commerciali della soia a livello globale. Secondo un editoriale pubblicato su Reuters, non è detto che la riduzione delle esportazioni in Cina del legume prodotto negli Usa costituisca necessariamente un fatto negativo per il paese nordamericano: i cambiamenti innescati da questo fenomeno potrebbero aumentare l’export della soia statunitense nel resto del mondo.

Attualmente il primo esportatore di soia in Cina è il Brasile, che nel 2017 ha venduto il 53% del quantitativo del legume, seguito dagli Stati Uniti (34%) e dall’Argentina (7%). La tariffa doganale del 25% imposta sulla soia prodotta negli Usa potrebbe spingere i compratori cinesi ad acquistare una maggiore quantità del legume dai due paesi sudamericani. Le notizie sull’imposizione dei dazi sulla soia statunitense ha già determinato un incremento dei prezzi della soia prodotta in Brasile e Argentina. Questo, secondo Reuters, potrebbe spingere gli altri paesi importatori, come l’Europa, il Messico, il Giappone, Taiwan, la Tailandia, l’Indonesia, il Vietnam e l’Egitto ad aumentare gli acquisti della soia statunitense, che mantiene tariffe più concorrenziali.

Inoltre, l’Argentina ha già comprato dagli Stati Uniti 240.000 tonnellate di soia, il maggiore acquisto degli ultimi 20 anni: questo suggerisce che il paese sudamericano potrebbe comprare la soia statunitense per poi rivenderla alla Cina a un prezzo maggiore. E questo andrebbe a vantaggio anche degli Stati Uniti. Non bisogna poi sottovalutare il fatto che il Brasile potrebbe trovare sconveniente aumentare le spedizioni in un paese che già raccoglie il 70% delle sue esportazioni. Dipendere da un solo acquirente potrebbe risultare rischioso dal punto di vista imprenditoriale. Infine, altri esportatori più piccoli come l’Ucraina potrebbero incrementare le vendite di soia in Cina. Tuttavia, non sono in grado di sostituire i volumi attualmente venduti dagli Stati Uniti.

Alla luce di queste considerazioni, la guerra dei dazi avviata da Trump potrebbe avere meno ripercussioni negative del previsto per i coltivatori di soia, che per il momento non sembrano intenzionati a ridurre la produzione.

 

Foto: Pixabay

redazione