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Efsa e Ecdc: antibiotico-resistenza resta elevata nei batteri presenti in uomo e animali

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Alcuni batteri presenti nell’uomo e negli animali continuano a essere resistenti agli antibiotici. Lo evidenzia il rapporto “The European Union summary report on antimicrobial resistance in zoonotic and indicator bacteria from humans, animals and food in 2016” pubblicato dall’Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa) e dal Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc), secondo cui l’antibiotico-resistenza resta una delle più serie minacce per la salute pubblica, perché riduce l’efficacia delle opzioni terapeutiche.

“I livelli di antibiotico-resistenza differiscono ancora in maniera significativa da un Paese all’altro dell’UE – afferma Vytenis Andriukaitis, Commissario europeo per la Salute e la sicurezza alimentare -. Per vincere questa battaglia dobbiamo unire le forze e mettere in atto politiche stringenti sull’impiego degli antibiotici in ogni ambito. È fondamentale che tutti rinnovino il proprio impegno a combattere l’antibiotico-resistenza concentrandosi sulle aree chiave definite dal piano d’azione europeo per una sola salute contro l’antibiotico-resistenza”.

Pollame – La ricerca evidenzia che la resistenza agli antibiotici carbapenemici è stata rilevata a livelli molto bassi nel pollame e nella carne di pollo in due Stati membri (quindici ceppi batterici di E. coli). I carbapenemi sono usati per curare infezioni gravi nell’uomo, mentre non sono autorizzati per l’uso negli animali. In ambito clinico è stata anche osservata nel pollame una resistenza congiunta a più antimicrobici d’importanza critica a livelli da bassi a molto bassi in Salmonella (0,2%), Campylobacter (1%) ed E. coli (1%). Inoltre, la resistenza alla colistina è stata osservata a livelli bassi (2%) in Salmonella ed E. Coli nel pollame. Lo studio sottolinea che la prevalenza di E. coli produttore di ESBL nel pollame varia notevolmente negli Stati membri da livelli bassi (inferiori al 10%) a estremamente elevati (oltre il 70%). I batteri che producono enzimi ESBL mostrano multifarmaco-resistenza agli antibiotici beta-lattamici, una classe di antibiotici ad ampio spettro che comprende derivati della penicillina, cefalosporine e carbapenemi. Si tratta della prima volta che la presenza di E. coli produttore di beta-lattamasi (ESBL) ad ampio spettro viene monitorata nel pollame e nella carne di pollame.

Suini – Due ceppi di Staphylococcus aureus resistenti alla meticillina (Mrsa) associati ad animali d’allevamento, trovati nei suini, sono stati segnalati per resistenza al linezolid. Gli esperti dell’Efsa spiegano che ol linezolid è uno degli antimicrobici di ultima generazione per il trattamento delle infezioni provocate da Mrsa ad alta resistenza.

“L’individuazione di resistenza ai carbapenemi nel pollame e al linezolid nello Staphylococcus aureus resistente alla meticillina nei suini è preoccupante perché questi antibiotici sono impiegati nell’uomo per curare infezioni gravi – osserva Marta Hugas, Direttore scientifico dell’Efsa -. È importante che i gestori dei rischi facciano seguire azioni concrete a queste risultanze”.

Uomo – Secondo il rapporto, nell’uomo un’infezione su quattro è causata da batteri di Salmonella caratterizzati da resistenza a tre o più antimicrobici comunemente usati in medicina umana e animale. La percentuale è significativamente più alta in S. Kentucky e S. Infantis (rispettivamente il 76,3% e il 39,4%). Inoltre, per la prima volta in quattro Paesi è stata rilevata Salmonella Kentucky produttrice di Esbl caratterizzata da elevata resistenza alla ciprofloxacina. Si precisa che non è possibile combattere questi batteri con antibiotici d’importanza critica. È anche emerso che i batteri del genere Campylobacter, che provocano la più comune malattia veicolata da alimenti nell’UE, mostrano un’elevata resistenza agli antibiotici di largo utilizzo (resistenza alla ciprofloxacina 54,6% in C. jejuni e 63,8% in C. coli; resistenza alla tetraciclina 42,8% in C. jejuni e 64,8% in C. coli). I livelli di resistenza sono aumentati in due dei tre antibiotici analizzati (ciprofloxacina e tetraciclina) ma la resistenza congiunta ad antimicrobici d’importanza critica è stabile e complessivamente bassa (0,6% in C. jejuni e 8,0% in C. coli). In alcuni Paesi, tuttavia, almeno un’infezione su tre da C. coli risulta resistente a più antibiotici importanti, per cui le possibilità di curare le infezioni gravi sono pochissime.

“Ci preoccupa come i batteri di Salmonella e Campylobacter nell’uomo mostrino livelli elevati di antibiotico-resistenza – aggiunge Mike Catchpole, Direttore scientifico dell’Ecdc -. Il fatto che si continui a trovare batteri resistenti a più farmaci significa che la situazione non va migliorando. Occorre indagare sulle cause alla radice e prevenire la diffusione di ceppi altamente resistenti come Salmonella Kentucky produttrice di Esbl”.

Foto: © blackboard1965 – Fotolia.com

redazione