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Fao, il futuro dell’allevamento

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Il settore zootecnico rappresenta un pilastro per la sicurezza alimentare e per il sostentamento rurale. Pertanto, la comunità internazionale dovrebbe collaborare per assicurare lo sviluppo sostenibile di questo comparto, in modo da coniugare produzione e sostenibilità. Lo ha dichiarato Jose Graziano da Silva, Direttore Generale dell’Organizzazione per l’alimentazione e l’agricoltura delle Nazioni Unite (Fao), in occasione del “10th Global Forum for Food and Agriculture” che si è svolto dal 18 al 20 gennaio a Berlino.

La Fao precisa che data la crescita della domanda di carne e di altri prodotti di origine animale, specialmente nei paesi in via di sviluppo, occorre fornire ai piccoli allevatori e pastori le competenze, le conoscenze e le tecnologie adatte affinché possano beneficiare di questa crescita. Il Direttore da Silva sottolinea che l’aumento del consumo di prodotti di origine animale migliorerà la nutrizione della popolazione, specialmente quella dei bambini piccoli dei paesi in via di sviluppo, che necessitano di micronutrienti cruciali come lo zinco e il ferro per poter crescere in modo sano.

Per quanto riguarda l’impatto del settore zootecnico sull’ambiente, la Fao osserva che il bestiame genera circa il 14,5% di tutte le emissioni antropogeniche. Per questo motivo, l’espansione del comparto pone delle sfide alla biodiversità, all’accesso sostenibile all’acqua e agli obiettivi fissati dall’Accordo di Parigi di limitare l’aumento delle temperature medie globali. Ma Graziano da Silva afferma che “è possibile raggiungere un settore zootecnico a basse emissioni di carbonio”: secondo le stime della Fao, l’adozione di pratiche di allevamento come il pascolo rigenerativo, la selezione del foraggio e il miglioramento del riciclaggio di sostanze nutritive ed energia dai rifiuti animali, potrebbe rendere possibile il calo delle emissioni inquinanti del 20-30% in tutti i sistemi di produzione. L’esperto aggiunge che una migliore gestione dei pascoli e della capacità dei terreni d’immagazzinare il carbonio è essenziale anche per aumentare la produzione zootecnica e non dover ricorrere a ulteriori deforestazioni. “Con pratiche migliori e rispettose del clima – spiega da Silva -, possiamo rapidamente creare catene di approvvigionamento di bestiame più sostenibili e più ‘verdi’”.

Il Direttore Generale della Fao sottolinea poi l’esigenza di salvaguardare la salute animale, che potrebbe essere messa in pericolo dal cambiamento climatico. “L’emergenza di malattie s’intensificherà nei prossimi anni – osserva l’esperto -, in quanto l’aumento delle temperature favorisce la proliferazione degli insetti”. La Fao riconosce, inoltre, la necessità di affrontare il problema dell’antimicrobico-resistenza, che si creato anche a causa dell’uso eccessivo o non necessario degli antibiotici negli allevamenti. L’Organizzazione raccomanda l’immediata cessazione dell’uso di farmaci antimicrobici per promuovere la crescita animale, precisando che questi medicinali dovrebbero essere utilizzati solo per curare malattie e alleviare sofferenze inutili. Si dovrebbe ricorrere al loro uso preventivo solo in gravi circostanze, conclude Graziano da Silva.

Foto: © branex – Fotolia.com

red.