In un contesto in cui l’innovazione rappresenta un elemento fondamentale per competere nei mercati globali, l’agricoltura si trova oggi ad affrontare importanti sfide per garantire un futuro sostenibile dal punto di vista economico, ambientale e sociale del comparto ed una produzione agroalimentare di qualità, simbolo dell’eccellenza italiana; l’uso razionale degli agrofarmaci si rivela componente fondamentale dell’agricoltura sostenibile. Lo si è sottolineato nel corso del convegno promosso da Confagricoltura presso l’Hotel Principe di Savoia a Milano, su ‘Innovazione, lavoro, territorio, benessere e qualità’.
Durante la giornata di lavori, il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti ha discusso di quali sono le principali sfide ed esigenze del comparto agricolo in Italia, assieme: al Sen. Roberto Formigoni, presidente della IX Commissione Agricoltura del Senato; alla Sen.ce e prof.ssa Elena Cattaneo, dell’Università degli Studi di Milano, direttrice del Laboratorio di Biologia delle cellule staminali e Farmacologia delle malattie neurodegenerative del Dipartimento di Bioscienze; al prof. Angelo Moretto del Dipartimento di Scienze Biomediche e Cliniche, Università degli Studi di Milano e direttore del Centro Internazionale per gli Antiparassitari e la Prevenzione sanitaria.
Bisogna accelerare in tempi rapidi sul recupero di redditività del comparto che passa attraverso un aumento della produttività ed un contenimento dei costi. Secondo le stime del Centro Studi di Confagricoltura, al boom dell’export agroalimentare (che nel periodo gennaio-novembre dell’anno scorso ha raggiunto quota 37,6 miliardi di euro) si è avuto la contestuale crescita delle importazioni (che già nei primi undici mesi dell’anno scorso hanno superato i 41 miliardi di euro). L’Italia sta diventando sempre di più un Paese che importa prodotti agricoli e materie prime che poi trasforma. E questo deve far riflettere sulla competitività della nostra agricoltura e sulla tenuta del made in Italy.
“Deve aumentare la produttività ma anche la sostenibilità – ha detto il presidente di Confagricoltura -. La sfida è produrre di più ma con un minor impatto sull’ambiente; un obiettivo che si raggiunge accelerando sull’innovazione, sulle tecniche produttive che favoriscono l’uso mirato dei principi attivi. Solo un’agricoltura competitiva, che guarda lontano e che produce reddito, a cui si offrono più opportunità che vincoli, sarà in grado di assicurare un idoneo presidio del territorio e dell’ambiente”.
Ha proseguito Giansanti: “I driver dell’innovazione sono: agricoltura di precisione; genetica; adattamento dell’agricoltura ai cambiamenti climatici; controllo delle infestanti e delle malattie delle piante; salute, benessere, nutraceutica; tecnologie dell’informazione, big data, digitalizzazione”.
In questo quadro l’utilizzo razionale della chimica in agricoltura rappresenta un elemento indispensabile per vincere le sfide della competizione globale e per soddisfare non solo la domanda di cibo di una popolazione in crescita, ma anche per garantire modelli di sviluppo sostenibili. Gli agrofarmaci costituiscono, ormai da molti decenni, un ausilio importante per l’agricoltura e le nuove tecniche produttive, le innovazioni tecnologiche a livello industriale ed agricolo, la ricerca di nuovi principi attivi, il loro uso mirato, hanno prodotto rilevanti risultati anche in termini di quantitativi utilizzati e oggi sul piano dei residui l’Italia dimostra di essere sempre un paese all’avanguardia, anche in ambito europeo. Le innovazioni e la ricerca hanno infatti consentito di ottenere risultati concreti, con riduzione complessiva nell’utilizzo degli agrofarmaci pari circa il 15%.
Le aziende agricole per continuare a competere nel contesto globale, devono dunque investire in innovazione e poter fare affidamento sulla certezza del quadro normativo per quanto riguarda le fasi di valutazione, autorizzazione e registrazione dei prodotti.
Nel corso della giornata sono state infine evidenziati il processo di autorizzazione degli agrofarmaci ed il ruolo degli enti Europei ed italiani preposti; le procedure di autorizzazione delle molecole utilizzate in agricoltura prevedono che qualsiasi sostanza, per poter essere impiegata, debba essere sottoposta alla rigida valutazione da parte di istituzioni scientifiche deputate a questo specifico compito dalle autorità sia nazionali sia europee, a garanzia della salute dei cittadini e dell’ambiente, e secondo metodologie e criteri scientificamente validati e definiti per legge.
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