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Fefac e associazioni alimentari, contrarie a proposta Ue su uso melassa

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La Federazione dei produttori europei di mangimi (Fefac), l’Effpa (European former foodstuff processors association) e altre associazioni europee che rappresentano diversi settori alimentari chiedono al Parlamento Europeo di rimuovere la melassa dall’allegato IX della proposta della Commissione sulla direttiva riguardante l’energia da fonti rinnovabili. La possibilità di utilizzare la melassa per realizzare i biocarburanti, attraverso la sua inclusione nell’allegato IX, comporterebbe infatti, a loro avviso, l’esclusione del suo impiego all’interno di alimenti e mangimi.

Le associazioni evidenziano che la melassa è un co-prodotto della produzione dello zucchero, che per decenni è stato utilizzato come ingrediente di alimenti e mangimi per realizzare: lieviti; vitamine per l’alimentazione umana; acido citrico – un antiossidante naturale utilizzato per preservare il gusto e l’aspetto di cibo e bevande, che contribuisce a ridurre gli sprechi alimentari -; aminoacidi per l’alimentazione umana e animale – impiegati nei mangimi per rafforzare il gusto e migliorare il bilanciamento proteico; ingrediente degli alimenti per animali ricco di energia, capace di aumentare la palatabilità e l’omogeneità del mangime, riducendone la natura polverosa. Precisano, inoltre, che in ambito alimentare l’impossibilità di usare la melassa impedirebbe di realizzare specialità regionali come i biscotti belgi e olandesi chiamati “speculoos” e la “cassonade” belga.

La melassa viene già utilizzata come materia prima per la produzione di biocarburanti di prima generazione. E la proposta della Commissione d’includerla nell’allegato IX, secondo Fefac e gli altri firmatari, finirà per incentivarne ulteriormente l’uso per produrre i biocarburanti, a scapito del suo impiego nel settore alimentare e mangimistico. Questo potrebbe mettere a rischio l’esistenza di settori tradizionali della bioeconomy europea. Le industrie europee del lievito, dei fermenti, della birra, della panificazione e dei mangimi chiedono pertanto al Parlamento Europeo e al Consiglio di rimuovere la melassa dall’allegato IX per i seguenti motivi:
– la melassa non è uno scarto né un residuo, ma è un materiale alimentare e un ingrediente per mangimi di elevato valore nutrizionale e finanziario. In linea con i principi dell’economia circolare e dell’efficienza delle risorse, la produzione di alimenti e mangimi di alto valore dovrebbe essere prioritaria rispetto ai prodotti energetici di basso valore;
– non c’è abbastanza melassa per soddisfare la domanda supplementare che deriverebbe dall’inclusione di questo prodotto nell’allegato IX. L’UE deve già importare più di 1,5 milioni di tonnellate di melassa ogni anno;
– è probabile che l’inclusione della melassa nell’allegato IX comporti un significativo incremento delle emissioni di gas serra, associata alla necessità delle industrie del lievito, dei fermenti, della birra, della panificazione e dei mangimi di sostituire, quando possibile, la melassa con altri ingredienti;
– limitando la disponibilità di melassa per diversi settori industriali, la politica della Commissione mette in pericolo la competitività di molti comparti che necessitano della melassa per la produzione di prodotti alimentari e di mangimi. Ciò comporterebbe un aumento delle importazioni di prodotti provenienti da paesi terzi, con perdite significative di posti di lavoro in tutta Europa;
– non è stata effettuata alcuna valutazione dell’impatto delle conseguenze derivanti dall’inclusione della melassa nell’allegato IX, in contraddizione con l’impegno della Commissione di assumere decisioni basate su prove scientifiche;
– l’inclusione della melassa nell’allegato IX potrebbe anche rallentare lo sviluppo di biocarburanti veramente avanzati derivanti da rifiuti e residui che non hanno usi alternativi.

 

Foto: Pixabay

redazione