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Cina, previsto calo della produzione di mais

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Durante la stagione 2017-18, la produzione di mais in Cina dovrebbe essere inferiore alle aspettative. Lo evidenzia il rapporto “Global Agricultural Information Network” pubblicato dal Servizio estero per l’agricoltura del Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti (Usda), secondo cui il calo produttivo sarebbe dovuto a tre fattori: condizioni meteorologiche sfavorevoli, cambiamenti politici e strozzature logistiche.

L’Usda prevede che la Cina produrrà 210 milioni di tonnellate di mais nella stagione 2017-18, circa 5 milioni di tonnellate in meno rispetto alle stime effettuate dall’agenzia statunitense nel mese di luglio e il 4% in meno rispetto alla campagna di commercializzazione 2016-17. A influire negativamente sul raccolto, secondo il Dipartimento americano, sarebbero state soprattutto le alte temperature. Ma avrebbe giocato un ruolo rilevante anche la riduzione delle aree coltivate con il cereale – che si sono fermate a 35 milioni di ettari, il 5% in meno rispetto alla stagione 2016-17 – stabilita dalle politiche governative. Le previsioni dell’Usda sul consumo di mais in Cina per la campagna di commercializzazione 2017-18 sono, invece, rimaste invariate rispetto alle stime eseguite a luglio, e si attestano a 238 milioni di tonnellate.

“Le strozzature che ostacolano il trasporto delle merci su camion, treni e imbarcazioni stanno determinando un aumento dei prezzi dei prodotti locali rispetto a quelli delle merci estere – spiega l’Usda -. Attualmente la tenuta del mercato locale va attribuita, in parte, alle prescrizioni del sistema amministrativo agricolo cinese, che prevede il trasporto e la vendita all’asta del cereale. Dall’inizio della campagna, i principali acquirenti sono stati le imprese statali, mentre quelli di piccole e medie dimensioni si trovano in uno svantaggio significativo a causa dei problemi nei trasporti, che influenzano la logistica di tutta la Cina settentrionale. Le fonti industriali riferiscono che i rifornimenti di mais di alta qualità risultano difficoltosi nella Cina del Nord”.

 

Foto: Pixabay

red.