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Isaaa: impiego di colture biotech destinato a crescere

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Il tasso d’impiego delle colture prodotte con l’ingegneria genetica è destinato a crescere. È quanto emerge dal rapporto “Global status of commercialized biotech/Gm crops: 2016” pubblicato dall’International service for the acquisition of agri-biotech applications (Isaaa), secondo cui a trarne beneficio saranno soprattutto gli agricoltori dei paesi in via di sviluppo, come dimostrato da diversi stati africani. “Anche se nella regione sono presenti da lungo tempo barriere normative, i contadini africani continuano ad adottare le colture biotech, che garantiscono maggiore stabilità e produttività – dichiara Randy Hautea, Global Coordinator di Isaaa -. I progressi compiuti da diversi paesi nella regolamentazione di colture come banane, fagioli dall’occhio nero e sorgo, ci portano a credere che le piantagioni biotech continueranno a crescere in Africa e altrove”.

Il rapporto evidenzia che negli ultimi 21 anni il tasso globale d’impiego delle colture biotech è aumentato di 110 volte: la superficie coltivata con piante biotech e geneticamente modificate è, infatti, passata da 1,7 milioni di ettari del 1996 a 185,1 milioni nel 2016. Inoltre, lo scorso anno l’uso le colture biotech è cresciuto in 26 paesi, di cui 19 in via di sviluppo e 7 industrializzati. In generale, l’impiego di questi prodotti è cresciuto del 54% nei paesi in via di sviluppo e del 46% nelle nazioni industrializzate.

Nel 2016 otto paesi dell’Asia e del Pacifico, comprese Cina e India, hanno deciso di aumentare di 18,6 milioni di ettari la superficie di terreno dedicata alla coltivazione dei prodotti biotech. Dieci paesi dell’America Latina, compresi Paraguay e Uruguay, l’hanno incrementata di 80 milioni di ettari.

Anche lo scorso anno i principali produttori di colture biotech sono stati gli Stati Uniti, il Brasile, l’Argentina, il Canada e l’India. Insieme, questi cinque paesi hanno piantato il 91% della superficie globale delle colture prodotte con l’ingegneria genetica. Il 50% delle aree globali destinate alle colture biotech sono state utilizzate per la semina della soia. Inoltre, erano prodotti biotech il 78% della soia, il 64% del cotone, il 26% del mais e il 24% della colza piantati nel 2016 in tutto il mondo.

Il rapporto sottolinea che l’impiego di questi prodotti è cresciuto anche in Europa: Spagna, Portogallo, Repubblica Ceca e Slovacchia hanno piantato oltre 136.000 ettari in più di mais biotech. Si tratta di un aumento del 17% rispetto al 2015. Secondo Isaaa, questo riflette la necessità dell’Unione Europea di avere mais resistente agli insetti.

Il documento precisa che i paesi in cui è impiegato oltre il 90% della soia biotech sono: Stati Uniti, Brasile, Argentina, Canada, Sudafrica e Uruguay. Quelli in cui è utilizzato circa il 90% del mais biotech sono: Usa, Brasile, Argentina, Canada, Sudafrica e Uruguay. Quelli in cui è usato oltre il 90% del cotone biotech sono: Usa, Argentina, India, Cina, Pakistan, Sudafrica, Messico, Australia e Myanmar. Infine, quelli in cui viene impiegato circa il 90% della colza biotech sono Stati Uniti e Canada.

Foto: © Mopic – Fotolia.com

red.