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Piano Nazionale “Industria 4.0”: i risvolti per le imprese agroalimentari

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Il Piano Nazionale “Industria 4.0” è stato lanciato dal Governo il 21 settembre 2016 per rilanciare la competitività delle imprese italiane. Il programma prevede l’assegnazione di incentivi fiscali orizzontali per gli investimenti privati, a favore delle aziende che investono sull’innovazione. In particolare, si prefigge di diffondere l’adozione di soluzioni tecnologiche innovative, volte a ottimizzare i processi produttivi, supportare i processi di automazione industriale e a favorire la collaborazione produttiva tra le imprese, attraverso tecniche avanzate di pianificazione distribuita, gestione integrata della logistica in rete e interoperabilità dei sistemi informativi.

Il Piano intende stimolare i privati a puntare sulle nuove tecnologie e ad aumentare i fondi destinati al settore ricerca, sviluppo e innovazione, ma li lascia liberi di decidere dove investire. Inoltre, intende assicurare adeguate infrastrutture di rete, garantire la sicurezza e la protezione dei dati, collaborare alla definizione di standard di interoperabilità internazionali. Prevede anche la creazione di competenze e punta a stimolare la ricerca attraverso percorsi formativi ad hoc. Infine, si prefigge di diffondere la conoscenza, il potenziale e le applicazioni delle tecnologie dell’Industria 4.0 e di garantire una governance pubblico-privata per il raggiungimento degli obiettivi prefissati.

All’interno del Piano “Industria 4.0” sono previsti anche investimenti mirati alla ricerca e allo sviluppo delle tecnologie per l’agricoltura e per il comparto agroalimentare. Il programma si prefigge, in particolare, di accrescere la competitività delle aziende agroqalimentari attraverso l’adozione delle seguenti misure:

– accesso delle imprese agricole, dei contoterzisti e delle aziende agroindustriali alle misure di sostegno agli investimenti come iperammortamento al 250% e superammortamento per acquisto di tecnologie 4.0;

– investimenti per favorire l’accesso delle imprese alla banda ultralarga, in coordinamento con le risorse per queste infrastrutture comprese nei fondi europei agricoli;

– azzeramento del costo della garanzia primaria Ismea per le imprese agricole, attraverso un plafond dedicato nell’ambito del rifinanziamento del “Fondo di Garanzia Mise”;

– rilancio ed estensione dei contratti di sviluppo anche per le imprese agricole e la filiera agroalimentare;

– potenziamento della ricerca agricola e agroalimentare con il Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria (Crea).

Le disposizioni contenute nel Piano sono state illustrate in occasione del convegno “Industria 4.0, il programma e le opportunità per le imprese alimentari”, che si è tenuto il 10 febbraio 2017 a Milano su iniziativa di Federalimentare, in collaborazione con il Politecnico di Milano e la Fondazione Politecnico di Milano. Durante l’incontro Paolo Bonaretti, Consigliere per le Politiche Industriali del Ministero per lo Sviluppo Economico e Presidente Cluster Agrifood, ha elencato i possibili vantaggi del programma. A suo avviso, l’adozione delle misure previste dal Piano potrebbe favorire lo sviluppo dell’agricoltura sostenibile e dell’agricoltura di precisione. Potrebbe, inoltre, consentire il miglioramento delle materie prime e delle varietà coltivate. Potrebbe implementare i sistemi e le tecnologie necessarie per il packaging, la conservazione, la tracciabilità e la sicurezza delle produzioni alimentari. Potrebbe rendere possibile la creazione di percorsi sostenibili e integrati di riduzione degli scarti e dei sottoprodotti industriali, che potrebbero essere valorizzati. Infine, potrebbe permettere di migliorare i flussi bidirezionali dei dati informativi tra produttori, distributori e consumatori lungo tutta la filiera.

Foto: © JPchret – Fotolia.com

 

Nadia Comerci