Il “IX Convegno nazionale sulla gestione del rischio in agricoltura”, che si è svolto il 3 febbraio ad Assisi su iniziativa di Ce.s.a.r. e Asnacodi, in collaborazione con il Dipartimento di Scienze agrarie alimentari e ambientali dell’Università degli Studi di Perugia, ha riportato l’attenzione sul tema della gestione del rischio in agricoltura. Durante l’incontro, al quale hanno preso parte numerosi esperti, il Direttore della Direzione Generale “Sviluppo rurale e autorità di gestione” del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, Emilio Gatto, ha annunciato l’avvio del pagamento delle assicurazioni agevolate agricole riferite alle domande presentate nel 2015, precisando che su 110 mila domande ne sono state ammesse a sostegno 40.000, per una cifra pari a 25 milioni di euro.
La gestione del rischio in agricoltura – In Italia questo tema è stato introdotto nel 1970, con l’istituzione del “Fondo di Solidarietà Nazionale” (legge 364/1970), che ha sancito il principio della “solidarietà per le imprese che subiscono danni causati da calamità naturali”. Il settore ha beneficiato per anni dell’intervento della politica agricola comunitaria, che ha ridotto o annullato molte fonti di rischio. Recentemente, tuttavia, i meccanismi del sostegno dell’Unione Europea sono stati sottoposti a revisione e stanno assumendo caratteristiche diverse. Questa situazione sta determinando la potenziale riduzione della protezione. Di conseguenza, per affrontare il problema della riduzione delle garanzie pubbliche, nell’ultimo decennio si è registrata la crescita del sistema assicurativo in agricoltura. In particolare, le assicurazioni agevolate agricole sono entrate a far parte integrante della Pac (articolo 68 del Reg. 73/2009), che identifica la gestione del rischio come un “fondamentale strumento di politica agraria a tutela dei redditi degli agricoltori”.
I rischi e l’importanza delle assicurazioni – In passato le polizze agrarie venivano utilizzate prevalentemente per la copertura dei danni da grandine. A partire dal 2007, invece, i piani assicurativi agricoli nazionali (Paan) si presentano sotto diverse forme – monorischio, pluririschio e multirischio – e offrono garanzie contro tutte le avversità climatiche. Le polizze assicurative agevolate sono gestite principalmente in forma collettiva a livello provinciale, attraverso i consorzi agricoli di difesa (Condifesa). Questi organismi si occupano d’individuare e di contrattare con le imprese di assicurazione la copertura dei rischi sulle produzioni dei loro associati, in relazione alle perdite economiche causate da avversità atmosferiche sui raccolti e sulle strutture aziendali, da epizoozie negli allevamenti zootecnici, da malattie delle piante e da infestazioni parassitarie sulle produzioni vegetali.
La “polizza grano” – L’Italia è stato il primo stato europeo a introdurre un’assicurazione sui ricavi per i produttori di grano tenero e duro. Si tratta di una “polizza salva-raccolto” aggiuntiva rispetto alle garanzie tradizionali contro le avversità climatiche, creata ad hoc per la stabilizzazione dei ricavi aziendali. Per finanziarla il governo ha stanziato 10 milioni di euro, che serviranno per coprire parte del premio assicurativo. Ciò significa che se un produttore di grano sottoscrive la polizza ricavo, pagherà un premio alle assicurazioni che sarà coperto per il 65% dall’agevolazione del Ministero delle Politiche Agricole. Nel caso in cui il ricavo scenda del 20% rispetto alla media triennale del ricavo per ettaro, l’agricoltore riceverà dalla compagnia assicurativa un indennizzo pari alla perdita di reddito.
Le prospettiva per il settore dei cereali e per la mangimistica – Estendere la polizza salva-raccolto prevista per il grano anche agli altri cereali potrebbe salvaguardare la redditività dei produttori agricoli. La produzione cerealicola, infatti, è particolarmente esposta alle fluttuazioni del mercato e all’influenza delle variabili internazionali. Per cui, per poter restare sul mercato, le aziende hanno bisogno di un meccanismo di protezione in caso di crollo del prezzo. Si tratta di un tema che non coinvolge soltanto i produttori dei cereali, ma anche quelli degli alimenti per animali e gli allevatori: le quotazioni delle materie prime influenzano il prezzo di vendita dei mangimi, che risulta pertanto più mutevole rispetto ai costi della carne e del latte. L’estensione delle polizze assicurative previste per il grano anche alla produzione dei cereali e a quella dei mangimi potrebbe, dunque, avere ripercussioni positive sull’intero settore zootecnico italiano, favorendone la redditività e la competitività.
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Nadia Comerci