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Baldrighi (Origin Italia): “Con l’Accordo quadro sul mais vantaggi per la Dop economy e l’intera zootecnia”

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Cesare Baldrighi è il presidente di Origin Italia, l’Associazione italiana Consorzi indicazioni geografiche. Con i suoi 66 soci, l’organizzazione rappresenta circa il 95% delle produzioni italiane riconosciute nella galassia delle Dop e delle Igp.

Quali sono le ricadute dell’Accordo quadro sul settore maidicolo?

L’Accordo quadro era un provvedimento necessario. C’era bisogno di uno strumento che ritornasse a stimolare la produzione di mais nel tentativo di ripristinare un livello di autosufficienza meno complesso di quello odierno. In questo modo la filiera maidicola ha compiuto un primo passo verso il rilancio del settore. Bisogna pertanto considerare l’accordo come un protocollo da sviluppare in seguito, una piattaforma di discussione che guidi un pieno e continuo miglioramento del settore. Questo è il vero auspicio, che all’Accordo quadro sul granturco facciano seguito altri provvedimenti che intervengano su diversi fronti del comparto, misure che non si limitino al pur consono e indispensabile incentivo economico alla coltivazione. Il settore maidicolo ha bisogno, ad esempio, di miglioramenti di carattere tecnologico che possano migliorare le rese e la qualità della coltura. In ogni caso maggiori livelli di autosufficienza nella produzione di materie prime sono essenziali; il riferimento travalica il settore maidicolo per riguardare altre commodities, ad esempio la fornitura di farine proteiche, un altro nervo scoperto del settore agroalimentare. 

E quali le ricadute per la Dop Economy in particolare?

L’intero settore agroalimentare trarrà dei benefici dall’intesa raggiunta tra i partner della filiera e in modo significativo la cosiddetta Dop Economy, quel comparto degli alimenti a Indicazione geografica. Con l’accordo si potrà assicurare l’approvvigionamento di una materia prima italiana di qualità certificata a monte di quella filiera che termina con la produzione di beni dal valore strategico per il nostro Made in Italy.

Quali i settori e i consorzi che più potranno trarre vantaggio dall’accordo?

Dall’Accordo quadro per il mais da granella trarranno i maggiori vantaggi soprattutto il comparto delle carni trasformate, dei salumi e dei prosciutti, come Parma e San Daniele, quindi i formaggi, dal Grana Padano al Parmigiano Reggiano, fino a Gorgonzola, Taleggio, Provolone e Asiago. La destinazione di questa materia prima assume ancora più rilievo se si considera che le zone di produzione delle principali Dop italiane che abbiamo menzionato si trovano proprio nelle regioni con maggiori areali maidicoli, cioè Lombardia, Veneto, Emilia-Romagna e Piemonte. Per questo tutta la filiera zootecnica ha bisogno di poter contare su una cerealicoltura fiorente per poter sostenere le proprie produzioni.

Cosa significa per Origin Italia aver sottoscritto l’Accordo quadro sul mais?

Aver firmato l’accordo significa aver preso parte alla definizione di un percorso condiviso, su una strada segnata dai mangimisti, dagli agricoltori e dagli altri attori del settore maidicolo, che avrà risvolti positivi per tutti gli associati di Origin Italia, ovvero i consorzi. Questi, in quanto tali, non hanno un ruolo di carattere operativo ma è comunque importante che l’organizzazione che li rappresenta renda evidente la necessità di intervenire a sostegno della cerealicoltura. Ne va del successo dei prodotti tipici che trascinano l’export e danno lustro al Made in Italy fuori dai confini nazionali.

È quella degli accordi di filiera la strada che può contribuire a segnare il futuro dell’agroalimentare italiano?

La strada degli accordi di filiera è irrinunciabile. È il giusto stimolo alla produzione secondo quella direzione condivisa dall’industria di trasformazione e dal settore agricolo. Solo in questo modo l’industria alimentare può contare su un approvvigionamento sicuro e autonomo di materie prime. Infatti gli accordi di filiera, da un lato, danno la garanzia al collocamento del prodotto agli agricoltori e, dall’altro, tutelano le esigenze industriali del settore alimentare, in grado di tracciare la provenienza di una parte rilevante dei suoi prodotti trasformati. La filiera è un punto fermo che non può essere scavalcato in alcun modo.

Vito Miraglia