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Benessere animale e allevamento: le cose da sapere – Suini

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peste suina

La valutazione scientifica del benessere animale esige un approccio multidisciplinare che tenga conto, con pesi e accenti diversi, delle alterazioni delle normali funzioni biologiche dell’organismo animale a seguito di una perturbazione dell’omeostasi psico-fisica, secondo quello che è noto ormai da tempo come modello di risposta psico-biologica allo stress (Moberg, 2000). Tra le molteplici risposte biologiche attivate dagli animali, per far fronte a stressori esterni, sicuramente quelle comportamentali rappresentano non solo le più repentine, ma spesso anche le più evidenti.

L’urgenza di studi sul benessere animale e di conseguenti soluzioni in allevamento negli anni è risultata particolarmente pressante per alcune specie zootecniche, in particolare per quelle caratterizzate da tecniche di allevamento a forte connotazione intensiva, come la specie suina. Inoltre, il comparto suinicolo ha vissuto un momento storico particolarmente difficile in Italia a causa dell’aumento crescente dei costi di produzione, legati soprattutto ai costi dell’alimentazione ed alla contemporanea stagnazione dei prezzi della carne. In tale contesto l’attenzione al benessere animale e al suo miglioramento rappresenta un importante valore aggiunto alle produzioni animali secondo un approccio di sostenibilità di filiera. In risposta a tali esigenze la ricerca ha già fornito elementi di importante riflessione, ponendo l’accento sulla necessità, da parte degli animali in produzione zootecnica, di manifestare il repertorio comportamentale specie-specifico.

In particolare, i suini sono caratterizzati da un accentuato comportamento esplorativo, cui dedicano una quota importante del loro time budget, sia in condizioni naturali che nell’allevamento brado o semibrado. Il grufolamento è un’imprescindibile esigenza etologica del suino e una componente essenziale del comportamento esplorativo. I suini, quindi, traggono beneficio da un ambiente che risponde alle loro esigenze in termini di possibilità di movimento, manipolazione ed esplorazione, tanto che la necessità di consentire l’estrinsecarsi del comportamento esplorativo è stata inserita nella normativa sul benessere (D. Lgs. del 7 luglio 2011, n. 122, attuazione della direttiva 2008/120/CE), che prevede che i suini abbiano accesso permanente a una quantità sufficiente di materiali quali ad esempio paglia, fieno, legno, segatura, composti di funghi, torba o un miscuglio di questi.

É infatti noto agli operatori del settore che molte stereotipie comportamentali e atteggiamenti aggressivi rilevati nell’allevamento suinicolo sono in realtà risultato di carenze motivazionali, restrizione ambientale e mancanza di stimoli oro-olfattivi, che possono essere sanati attraverso l’utilizzo di materiali per l’esplorazione e la manipolazione. In ambienti poveri di stimoli ambientali e non confortevoli, i suini possono presentare comportamenti orali anomali, come la polidipsia o la masticazione vacua, e potenzialmente pericolosi nel suino, come l’aggressività eccessiva, la caudofagia e il cannibalismo.

L’introduzione di elementi di arricchimento ambientali, tanto in fase di svezzamento che di ingrasso, migliora sensibilmente il livello di benessere dei suini in allevamento, pur sollevando dubbi sulla sostenibilità economica nella realtà produttiva italiana. Oltre all’arricchimento ambientale, anche l’utilizzo della lettiera di paglia assolve tanto al fabbisogno esplorativo estrinseco, indotto dalle esigenze alimentari del suino, che a quello intrinseco, finalizzato al mero comportamento esplorativo dell’ambiente circostante (Scipioni, 2009). Un recente studio (Battini et al., 2016) ha valutato l’effetto di due sistemi di gestione della lettiera di paglia per suini in fase di magronaggio sull’igiene e sul benessere animale.

La corretta gestione della lettiera rappresenta, infatti, un fattore di rilievo per sostenere il benessere del suino e adeguate condizioni igieniche in allevamento. La paglia, o in generale il materiale utilizzato come substrato in porcilaia, dovrebbe essere aggiunta o sostituita regolarmente, per compensarne la diminuzione nel tempo, imputabile al consumo diretto da parte degli animali, all’azione di calpestio e all’imbrattamento. In generale lo studio mette in luce alcune criticità responsabili del deterioramento della lettiera imputabili, tra l’altro, alla densità di allevamento, suggerendo una più efficiente divisione degli spazi tra gli animali, con area di riposo più ampia rispetto all’area di alimentazione, e l’utilizzo di substrati alternativi con maggiore potere drenante.

In conclusione, quando si parla di allevamento e benessere del suino è utile porre l’accento sul fatto che aspetti come l’arricchimento ambientale e l’utilizzo di substrati alternativi per la lettiera rappresentino un importante passo in avanti al fine di ottenere un miglioramento delle produzioni suinicole.

 

Foto: Pixabay

Maria Giovanna Ciliberti, Mariangela Caroprese