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Spreco di cibo, risorse naturali e saperi tradizionali: i rischi per l’agricoltura

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Bisogna contrastare il “triplo spreco” rappresentato dal cattivo uso delle risorse naturali, dagli sprechi alimentari e dalla scomparsa dei saperi tradizionali. Lo evidenzia il rapporto: “MediTerra 2016 – Zero waste in the Mediterranean: natural resources, food, and knowledge” pubblicato dall’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (Fao) e dal Centro internazionale di alti studi agronomici mediterranei (Ciheam). Secondo il documento, è possibile affrontare questi pericoli attraverso l’adozione di un’agricoltura più sostenibile e di politiche basate su approcci multisettoriali.

“Il mondo, incluso la regione del Mediterraneo, deve affrontare molte sfide – osservano José Graziano da Silva, Direttore Generale della Fao, e Cosimo Lacirignola, Segretario Generale del Ciheam -. Fanno parte di queste sfide diverse forme di spreco riguardanti il cibo, le risorse naturali e le conoscenze, che pongono significativi ostacoli al raggiungimento della sostenibilità”.

Il documento sottolinea il fatto che in agricoltura vengono perse grandi quantità di risorse idriche a causa dell’impiego di tecniche errate o di infrastrutture obsolete. Inoltre, mette in guardia contro la lenta scomparsa delle terre arabili a causa dell’erosione, della salinizzazione e della desertificazione dei terreni, provocate dalle pratiche agricole non sostenibili. Secondo le stime, se la situazione non dovesse cambiare, nel 2020 gli ettari di terra arabile persi rispetto al 1960 raggiungeranno gli 8,3 milioni. Per quanto riguarda gli sprechi alimentari, il rapporto evidenzia che ogni anno in Italia vengono perse 8,8 milioni di tonnellate di cibo, in Francia 9 milioni e in Spagna circa 7,6 milioni. Inoltre, in Nord Africa e Medio Oriente vengono sprecati 250 kg di cibo per famiglia all’anno.

Secondo Fao e Ciheam, la maggior parte delle sfide che coinvolgono i sistemi alimentari, le risorse naturali e le conoscenze sono comuni a tutti i paesi del Mediterraneo. Pertanto, risulta necessario condividere soluzioni e innovazioni tecniche e organizzative, per poter affrontare il “triplo spreco” in maniera coordinata. Le due organizzazioni si offrono, quindi, di fornire uno spazio per lo scambio di esperienze, competenze e analisi, allo scopo di trovare una risposta alle numerose sfide che i Paesi del Mediterraneo devono affrontare.

Foto: © mozZz – Fotolia.com

redazione