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Ogm, presenza limitata ed esigua nei prodotti alimentari italiani

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Gli organismi geneticamente modificati (Ogm) sono presenti nei prodotti alimentari italiani in misura limitata e in concentrazioni estremamente basse. È quanto emerge dal “Piano nazionale di controllo ufficiale sulla presenza di organismi geneticamente modificati negli alimenti – Risultati anno 2015”, predisposto dal Ministero della Salute, in collaborazione con il Centro di referenza nazionale per la ricerca degli Ogm (Crogm) e l’Istituto superiore di sanità. Il documento illustra i risultati delle attività di controllo svolte dalle Autorità sanitarie regionali e provinciali, in applicazione dei regolamenti comunitari 1829/2003 e 1830/2003, che rappresentano la normativa quadro del settore degli Ogm, e del regolamento CE 882/2004, riguardante i controlli ufficiali.

Nel 2015 è iniziata la programmazione dell’attività di controllo ufficiale per la ricerca di Ogm nel settore alimentare, relativa al quadriennio 2015-2018. Il numero complessivo dei campioni analizzati, appartenenti a diverse matrici alimentari, è stato di 804: 688 verifiche sono state effettuate sul territorio, mentre 116 hanno interessato l’attività d’importazione.

Per quanto riguarda i controlli sul territorio, le ispezioni sono state condotte sui prodotti trasformati e sulle materie prime costituite principalmente da mais, soia e riso. Su 688 campioni prelevati e analizzati, la percentuale di quelli positivi è stata del 2%. Il risultato, secondo il documento, “conferma sempre di più la consapevolezza crescente degli operatori del settore alimentare, che pongono particolare attenzione lungo tutta la filiera, dall’approvvigionamento delle materie prime alla commercializzazione del prodotto finito, sia l’efficacia dei controlli ufficiali messi in atto”.

Le verifiche all’importazione, invece, hanno permesso d’intercettare 4 partite non conformi su un totale di 116 campioni. L’irregolarità riscontrata era dovuta alla presenza di riso geneticamente modificato non autorizzato, proveniente dalla Cina. Secondo il documento, i risultati dell’indagine dimostrano il ruolo essenziale ricoperto nella catena dei controlli ufficiali dagli uffici di frontiera, prime Autorità sanitarie coinvolte nella nazionalizzazione e commercializzazione di prodotti alimentari provenienti dai Paesi terzi. Inoltre, evidenziano la crescente attenzione mostrata dalle Autorità e dagli operatori dei Paesi terzi nei confronti del rispetto della normativa europea sugli Ogm. Dal Piano si evince, infatti, che nella maggior parte dei casi i prodotti da immettere sul mercato dell’UE corrispondono ai requisiti previsti dalla legge europea. Questo dato è confermato dal fatto che i respingimenti frontalieri segnalati con il sistema RASFF nel 2015 sono stati solo cinque – hanno riguardato prodotti a base di riso provenienti dalla Cina.

Il Piano evidenzia anche il ruolo fondamentale svolto dai laboratori pubblici, che devono stare al passo con la crescente complessità dell’offerta biotecnologica nel mercato agro-alimentare mondiale. La loro attività di controllo diventa ogni giorno più articolata, sia dal punto di vista della validazione dei metodi, sia dal punto di vista esecutivo, dato che gli eventi Gm, autorizzati e non, sono in continuo aumento.

Il documento sottolinea che l’accesso ai dati del database nazionale, attraverso il Cruscotto di Reportistica Sanitaria (CRS), consente alle Regioni e alle Province Autonome di consultare e validare direttamente i dati di loro competenza. Tuttavia, nonostante questa opportunità, nel 2015 sono state riscontrate alcune difficoltà nel rispettare i tempi stabiliti. Il motivo va ricercato soprattutto nella disomogenea distribuzione dei campionamenti nell’arco dell’anno, che tende a concentrare il picco massimo di attività proprio a ridosso delle scadenze previste per la rendicontazione annuale.

In conclusione, il Piano dimostra che i prodotti alimentari immessi sul mercato italiano nel 2015 hanno sostanzialmente rispettato i requisiti di etichettatura previsti dalla normativa vigente, assicurando una corretta informazione al consumatore. Inoltre, evidenzia che in Italia la presenza di Ogm, autorizzati e non, negli alimenti continua a essere decisamente limitata e in concentrazioni estremamente basse.

 

Foto: Pixabay

Nadia Comerci