L’industria mangimistica deve puntare su ricerca scientifica e innovazione. Lo hanno dichiarato gli esperti riuniti in occasione del convegno “L’innovazione nella nutrizione animale”, che si è tenuto il 9 giugno a Bruxelles su iniziativa di Fefac (European Feed Manufacturers’ Federation) e Fefana (Associazione europea delle specialità, ingredienti e le loro miscele per l’alimentazione animale). All’evento hanno preso parte oltre 170 persone, tra le quali funzionari della Commissione europea, rappresentanti dell’industria mangimistica e del settore agricolo, esponenti del mondo accademico e del settore bancario.
Fefac e Fefana hanno affermato l’intenzione di costruire un settore mangimistico moderno, capace di utilizzare in modo rapido ed efficiente le risorse a disposizione, attraverso l’innovazione e l’instaurazione di collaborazioni tra enti pubblici e soggetti privati. Le due organizzazioni puntano a rendere il comparto capace di affrontare le sfide attuali e future per il settore zootecnico europeo.
“Grazie alla ricerca sulla nutrizione animale, l’industria mangimistica è in grado di convertire ogni anno 90 milioni di tonnellate di co-prodotti in ingredienti di alta qualità per mangimi – dichiara Ruud Tijssens, Presidente Fefac -. L’innovazione nel settore dei mangimi alternativi e l’impiego di nuove tecnologie nell’ambito produttivo permettono anche di ridurre costantemente l’impatto ambientale del settore mangimistico”.
Marco Bruni, Presidente di Fefana, ritiene che il potenziale innovativo del settore mangimistico potrebbe migliorare significativamente l’efficienza del comparto zootecnico europeo. Tuttavia, reputa che per riuscirci, occorra perfezionare le norme che regolano il rilascio delle autorizzazioni di nuovi additivi, che attualmente richiede troppo tempo. “C’è una forte domanda di mercato per i nostri prodotti, ma spesso il nostro lavoro è ostacolato da processi di autorizzazione troppo lenti – osserva Bruni -. L’industria mangimistica chiede, quindi, ai responsabili politici e ai valutatori del rischio di semplificare questi processi. Inoltre, è necessario promuovere gli investimenti nella ricerca scientifica sull’alimentazione animale e nell’innovazione, così come approfondire il dialogo con gli stakeholder”.
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