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Marcello Del Ferraro (presidente Assitol): “Insieme per promuovere una filiera integrata”

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Quali sono le prospettive, in ottica di filiera, dell’accordo strategico appena sottoscritto?
L’accordo mette a sistema e rende organica una collaborazione che già stiamo sperimentando da tempo con buoni risultati. Le prospettive sono improntate all’ottimismo: l’intesa sottolinea il lavoro svolto fin qui e lo proietta verso il futuro. È nostra intenzione portare avanti una politica di filiera condivisa, che ci porti a dialogare con tutte le istituzioni, italiane ed europee, su problematiche importanti non soltanto per i settori di appartenenza, ma per tutta la prima trasformazione italiana. Non a caso, il protocollo è stato firmato sotto il “cappello” di Federalimentare, in occasione dell’ultima edizione di Cibus.
Il mondo dei cereali e dei semi oleosi, che accomuna Assitol ad Anacer, Assalzoo e Italmopa, incrocia una serie di attività economiche diversificate, ma tutte essenziali per il comparto del food: si va dagli oli vegetali per l’alimentazione umana alle farine, sia quelle proteiche per la zootecnia sia quelle per pane, pasta e pizza, per approdare alle agroenergie e all’oleochimica. Dal punto di vista nutrizionale, rappresentiamo carboidrati, grassi e proteine. Ed è proprio questa capacità di essere al centro di tante produzioni diverse che dimostra il peso, economico e sociale, del nostro comparto.

Che significa per l’agroalimentare italiano sviluppare una consapevolezza di settore sempre più radicata, soprattutto in termini di visione e di conquista di nuovi mercati?
Essere consapevoli del proprio ruolo è essenziale per raccontare bene chi siamo e cosa facciamo. In altre parole, contribuisce a farci conoscere meglio. Questo aspetto, unito alla collaborazione interassociativa già in corso da tempo, diventa indispensabile per la promozione sui nuovi mercati. Il nostro obiettivo, infatti, è dare maggiore visibilità al “saper fare” italiano nel settore. Pensiamo, ad esempio, alla tracciabilità dei nostri semi oleosi, un dato che interessa molto i consumatori attenti ai cibi senza OGM. L’Italia, in questo filone, può ben dirsi un precursore, poiché ha puntato da tempo sulla produzione di semi interamente tracciata, che valorizza l’origine locale, di buona qualità e altamente sostenibile. Metà della soia europea è prodotta sul nostro territorio e stiamo facendo passi avanti anche con il girasole, grazie all’alto oleico. Finora, però, questi elementi, che potrebbero fare la differenza, non sono stati valorizzati in maniera adeguata. Ed è proprio questo che intendiamo fare, in un’ottica di espansione all’estero.
La nostra strategia prevede anche di riscoprire la “grande dimenticata” di questi anni ultimi anni: la ricerca. Per sviluppare il comparto, occorre puntare sulle biotecnologie come la cisgenetica e le nuove tecniche di breeding. In questo modo, sarà possibile incrementare ulteriormente le produzioni certificate, ampliando così l’offerta a disposizione del mercato e diminuendo le importazioni.

Per il settore dell’industria olearia, nello specifico, quali sono i risultati che si aspetta dall’accordo?
Per Assitol è importante delineare una strategia condivisa che ci permetta di affrontare compatti i problemi attuali. Insieme, possiamo dare alle nostre filiere la giusta visibilità contrastando il fenomeno delle fake news che, fatalmente, colpisce tutti noi. Insieme, possiamo elaborare una nostra proposta sulla questione del deficit proteico, vale a dire l’insufficiente produzione di proteine vegetali rispetto al fabbisogno nazionale che, in vista dell’aumento della popolazione entro il 2030, vede coinvolta anche l’Unione Europea. Insieme possiamo trovare spazi di crescita, in Italia e in Europa, per le nostre aziende che operano secondo alti standard di qualità e innovazione e sono pronte ad affrontare le sfide dei mercati esteri. Insieme possiamo mettere in luce con efficacia le attività e le proposte di una filiera che dà lavoro e crea benessere, ma di cui non si parla abbastanza e che meriterebbe un peso maggiore nella dialettica istituzionale.

Vito Miraglia