Più di 1.600 scienziati hanno firmato una petizione a favore degli organismi geneticamente modificati (Ogm). L’istanza sottolinea la sicurezza di queste colture, che potrebbero determinare notevoli benefici per l’ambiente per la lotta alla malnutrizione. In particolare, il documento appoggia la posizione assunta dall’American society of plant biologists, che sostiene “l’uso responsabile e sostenibile dell’ingegneria genetica come strumento in grado di promuovere la sicurezza alimentare e ridurre l’impatto negativo sull’ambiente da parte delle procedure agricole”.
La petizione si contrappone alla dichiarazione dell’European network of scientists for social and environmental responsibility (Ensser), che nel 2013 ha preso posizione contro gli Ogm. Il documento ha raccolto le firme di 300 ricercatori indipendenti, che sostengono l’assenza di un
consenso globale sulla sicurezza dei prodotti della bioingegneria. Pertanto, promuovono il consumo degli alimenti no-Ogm.
A queste argomentazioni l’American Society of Plant Biologists ribatte sottolineando che il Dipartimento dell’Agricoltura degli Usa (Usda) e l’Agenzia di protezione ambientale statunitense sottopongono a severi controlli i prodotti Gm, per assicurarne la sicurezza. Invece, sulle colture convenzionali e biologiche non viene eseguito alcun test, che possa garantire l’assenza di effetti negativi sulla salute. Inoltre, evidenzia che la posizione anti-Ogm non si basa su motivazioni scientifiche. Lo dimostra il fatto che l’unico studio pubblicato in tal senso è stato ritirato e ritenuto privo di qualsiasi validità.
La petizione sottolinea, infine, che dopo l’introduzione commerciale delle colture Gm nel 1996, non si è verificato un solo caso documentato di danni alla salute umana. Al contrario, l’impiego dell’ingegneria genetica potrebbe soddisfare il fabbisogno nutritivo delle popolazioni dei paesi poveri, dove l’insalubrità del cibo e la malnutrizione sono ancora all’ordine del giorno.
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