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Efsa: migliorare valutazione sicurezza dei materiali a contatto con alimenti

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Occorre approfondire la valutazione della sicurezza delle sostanze usate nei contenitori alimentari. È quanto emerge dal parere scientifico elaborato dall’Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa), secondo cui bisogna trovare anche un metodo più efficace per stimare l’esposizione dei consumatori, in particolare quella di neonati e bambini piccoli, ai materiali che sono a contatto con gli alimenti.

“Questo parere scientifico rispecchia sia i progressi della scienza sia l’esperienza da noi accumulata negli ultimi dieci anni nell’applicazione delle attuali direttive UE – spiega Laurence Castle, membro del gruppo di esperti scientifici dell’Efsa sui materiali a contatto con gli alimenti (Cef) -. il documento presenta i recenti sviluppi scientifici che hanno ripercussioni sulla stima dell’esposizione dei consumatori alle sostanze che migrano dai materiali a contatto con alimenti; l’approccio per gradi che si segue per valutarne la sicurezza; i requisiti in termini di dati tossicologici; e una trattazione della migrazione delle sostanze aggiunte non intenzionalmente (Nias)”.

Ecco le principali proposte del parere:
– l’individuazione e la valutazione di tutte le sostanze che migrano dovrebbe concentrarsi maggiormente sui materiali e gli oggetti finiti, compreso il processo di produzione utilizzato, piuttosto che concentrarsi sulle sostanze utilizzate;
– per migliorare la stima dell’esposizione dei consumatori, gli esperti dell’Efsa propongono di stabilire quattro categorie alimentari predefinite ispirate al consumo alimentare di neonati e bambini piccoli, che sono di circa 9, 5, 3 e 1,2 volte superiori al consumo predefinito attuale (ovvero 17 grammi/kg di peso corporeo al giorno). Il ricorso a queste categorie predefinite garantirebbe, infatti, un più alto livello di protezione dei consumatori, in particolare di neonati e bambini piccoli;
– la quantità di dati sulla tossicità richiesti dovrebbe essere rapportata all’esposizione umana prevista: il gruppo Cef propone di stabilire tre livelli di esposizione dell’uomo, vale a dire 1,5, 30 e 80 microgrammi/kg di peso corporeo al giorno come valori-soglia che ingenerino la necessità di dati supplementari sulla tossicità. Questo vale, in linea di principio, per tutte le sostanze che migrano, cioè le sostanze aggiunte sia intenzionalmente sia non intenzionalmente (compresi gli oligomeri);
– i test di genotossicità per le sostanze utilizzate nei materiali a contatto con gli alimenti dovrebbe essere obbligatori, anche se la loro migrazione nei cibi porta a una bassa esposizione. Per la valutazione della sicurezza delle NIAS, i metodi alternativi alla sperimentazione sugli animali potrebbero assumere sempre maggior importanza.

redazione