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Nell’Unione europea aumenta la resistenza agli antimicrobici

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L’antibiotico-resistenza è in aumento in Europa. In Italia, in particolare, è presente un’elevata resistenza alla cefotaxime negli esseri umani e nel pollame. È quanto emerge dal rapporto: “The European Union summary report on antimicrobial resistance in zoonotic and indicator bacteria from humans, animals and food in 2014”, pubblicato dall’Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa) e dal Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc).

Il documento evidenzia che alcuni batteri presenti nell’uomo, nei cibi e negli animali risultano resistenti agli antimicrobici più diffusi. Per esempio, la resistenza alla ciprofloxacina (un antibiotico d’importanza primaria per il trattamento delle infezioni umane) è molto elevata nel Campylobacter. La resistenza alla colistina, invece, è piuttosto diffuso tra i batteri della Salmonella e dell’Escherichia coli che colpiscono il pollame. Infine, nel continente europeo continuano a diffondersi batteri di Salmonella multiresistenti, ossia resistenti a più di un antimicrobico.

Ecco le principali conclusioni del rapporto:
– la campilobatteriosi (causata dal Campylobacter), è la malattia di origine alimentare più comunemente segnalata nell’UE, seguita al secondo posto dalla salmonellosi (determinata dalla Salmonella);
la resistenza agli antimicrobici di largo utilizzo, come la ciprofloxacina, è stata rilevata comunemente nei batteri presenti in esseri umani e nel pollame. Nei polli da carne (69,8%), ma anche nei batteri di provenienza umana (60,2%), si è osservata una resistenza alla ciprofloxacina “da alta ad estremamente alta”. Nei polli da carne è stata poi segnalata una resistenza “da alta a molto alta” anche all’acido nalidixico e alle tetracicline;
– la resistenza agli antimicrobici di largo utilizzo è stata frequentemente rilevata nella Salmonella presente in esseri umani (tetracicline 30%, sulfamidici 28,2%, ampicillina 28,2%) e nel pollame;
la prevalenza di multi-farmaco resistenza si è rivelata elevata nei batteri presenti in esseri umani (26%) e particolarmente elevata nelle carni di polli e tacchini (rispettivamente il 24,8% e il 30,5%). Alcuni tipi di batteri di Salmonella Kentucky e Salmonella Infantis sono particolarmente preoccupanti, in quanto mostrano un alto livello di resistenza alla ciprofloxacina e un’elevata multi-farmaco resistenza;
– nella Salmonella del pollame è stata osservata la presenza di beta-lattamasi a spettro esteso (ESBL) a bassi livelli. Tuttavia un clone di Salmonella Infantis multi-resistente e produttrice di ESBL è stato rintracciato sia in esseri umani sia nel pollame. Nel pollame e nella sua carne non è stata rilevata Salmonella produttrice di carbapenemasi.

Gli esperti di Efsa e Ecdc sottolineano che la resistenza agli antibiotici costituisce un serio rischio per la salute umana e per quella animale. “Ogni anno nell’UE le infezioni causate da batteri antimicrobico-resistenti causano circa 25.000 decessi, e la minaccia non è confinata alla sola Europa. Si tratta di un problema mondiale che richiede una soluzione mondiale – commenta Vytenis Andriukaitis, Commissario europeo per la Salute e la sicurezza alimentare -. L’UE è da tempo all’avanguardia nella lotta contro la resistenza agli antimicrobici ed è capofila nel settore. Unendo le competenze in materia di salute umana e animale, le nostre agenzie Efsa ed Ecdc stanno mettendo assieme molte tessere di questo complesso mosaico, offrendo ai responsabili politici di tutto il mondo preziosa consulenza scientifica”.

Foto: © Dreaming Andy – Fotolia.com

redazione