La lettura dell’incipit della Carta di Milano, messo in calce in apertura di quest’articolo, ha dato inizio, lo scorso 7 ottobre, ai lavori del seminario “Mangimi e Alimenti: Passione Sostenibile”, organizzato dal Gruppo Giovani di Assalzoo. L’incontro si è svolto in una sede prestigiosa, la sala Confindustria di Palazzo Italia all’interno dell’Esposizione Universale di Milano ed è stato occasione per approfondire il tema della sostenibilità ambientale della filiera zootecnica, dai mangimi agli alimenti di origine animale, con l’intenzione di confermare in modo obiettivo ed equilibrato l’assunto del titolo.
Mangimi e Alimenti: passione sostenibile. Il tema del seminario è certamente un tema complesso, che nel sentire comune provoca spesso sentimenti forti e un’emotività che si contrappongono alla razionalità scientifica dei dati della ricerca impegnata nell’ottimizzazione delle produzioni agricole e zootecniche.
Le produzioni zootecniche hanno un impatto ambientale apparentemente più forte e sicuramente più discusso. L’industria mangimistica, a monte del ciclo produttivo, grazie alla stretta collaborazione con la ricerca scientifica, ha svolto e continua a svolgere un ruolo fondamentale nel sistema zootecnico e alimentare, non solo da un punto di vista economico e sociale, ma anche ambientale facendo propri concetti come quello della sostenibilità e del riutilizzo o della economia circolare prima di qualsiasi altro settore. Passando attraverso obiettivi di efficienza e sostenibilità economica delle produzioni, la mangimistica ha saputo valorizzare e utilizzare risorse del territorio agricolo e dell’industria alimentare che altrimenti sarebbero rimaste inutilizzabili creando con agricoltura e industria un sistema integrato che attraverso l’utilizzo di queste risorse favorisce anche la salvaguardia dell’ambiente.
Con questa introduzione ho avuto il piacere di aprire il lavori del seminario, proseguito con l’ampio approfondimento da parte dei relatori intervenuti.
Il prof Crovetto, membro del Comitato Scientifico Assalzoo per l’Innovazione, ha affrontato il tema delle strategie alimentari in zootecnia funzionali al concetto di sostenibilità, partendo dal dato previsto per il 2050 di oltre 9 miliardi di abitanti sulla terra. Nel suo intervento il prof. Croveto ha messo in evidenza come agricoltura e zootecnica abbiano il compito fondamentale di produrre cibo ma allo stesso tempo di difendere l’ambiente per sostenere e assicurare questa produzione in modo duraturo. Nella zootecnia è poi intrinseco il valore aggiunto di produrre alimenti di alto valore biologico trasformando foraggi ed altri ingredienti altrimenti non utilizzabili dall’uomo. Gli alimenti di origine animale costituiscono circa 1/3 delle proteine ingerite dall’uomo ed è certo che esiste una relazione molto forte fra le disponibilità economiche individuali (o di una nazione) e il consumo di carne. In effetti la richiesta di alimenti di origine animale è in forte aumento come conseguenza del miglioramento del livello economico di nuove masse di individui, con dati di consumi di carne e latte previsti nel 2050 pari al doppio di quelli attuali.
L’efficienza delle produzioni zootecniche è determinante per valutarne la sostenibilità e i mangimi sono un fattore chiave dell’aumento produttivo e dell’efficienza. D’altronde fin dal dopoguerra l’industria mangimistica ha consentito, assieme alla ricerca scientifica e ai progressi nella genetica, al miglioramento di strutture e gestioni, alle migliorate condizioni di igiene e sanità, un fortissimo aumento produttivo. Oggi però aumenta la competizione della zootecnia con altri settori per fattori limitanti come suolo, acqua e risorse naturali o per il consumo di cereali, proteaginose e dei vari sottoprodotti industriali quindi è l’efficienza di queste produzioni che diventa fattore determinante.
Secondo gli indici di impatto ambientale unanimemente accettati, Carbon footprint, (CO2 equivalenti sull’unità di prodotto) e Life Cycle Assessment (LCA) (valutazione dei carichi ambientali associati a un prodotto, processo o attività, identificando e quantificando i consumi di materia ed energia e le emissioni nell’ambiente) la zootecnica intensiva converte meglio energia e azoto e ha minori escrezioni ed emissioni per unità di prodotto. Ma anche nei sistemi zootecnici estensivi o semi-estensivi, un aumento anche piccolo della produttività migliora l’efficienza e diminuisce l’impatto ambientale per unità prodotta, che sia carne, latte, uova o pesce: gli animali più produttivi impattano meno per unità di prodotto conferito.
Impatto ambientale del cibo, Impronta idrica dei prodotti di origine animale e Spreco, sono stati i temi affrontati dalla dott.ssa Lamastra nel suo intervento sui “Prodotti di Origine Animale in una Dieta Sostenibile”. La dott.ssa Lamastra ha innanzitutto approfondito il concetto di impronta idrica (water footprint), indicatore ambientale che si aggiunge all’impronta di carbonio (Carbon Footprint) negli studi del LCA (Life Cycle Assestement) dei sistemi produttivi. L’impronta idrica dei prodotti di origine animale è verde ovvero costituita prevalentemente dall’acqua evapotraspirata dalle piante durante il processo di crescita (componente green del water footprint) e che ritorna naturalmente in circolo. Non è quindi acqua sottratta direttamente ai bacini o alle falde (componenete blu del water footprint) o potenzialmente inquinata (componente grey), che insieme costituiscono una percentuale decisamente inferiore al 10% nei cicli produttivi degli alimenti di origine animale. Si è così fatta chiarezza su una delle principali accuse fatte ai sistemi zootecnici, basata sul sensazionalismo di cifre citate senza alcun approfondimento.
Il carico ecologico va valutato non in termini assoluti ma in funzione del loro consumo nell’ambito di una dieta sana ed equilibrata, come quella mediterranea, che risulta essere sostenibile anche da un punto di vista ambientale.
L’integrazione dei vari sistemi produttivi coinvolti nella filiera agroalimentare può essere strumento di riduzione dello spreco di cibo, diffuso a tutti il livelli della filiera alimentare ma particolarmente elevato nella fase di consumo finale, cioè quella del fruitore del prodotto (food waste, mentre si parla di food losses per il cibo perso all’interno della filiera produttiva).
Ribaltando quindi l’attenzione dall’impatto ambientale del prodotto a quello del comportamento del consumatore la dott.sa Lamastra ha lasciato la parola al successivo relatore, il dott. Ramazza, responsabile sviluppo innovazione della COOP, chiamato ad esporre” l’Impegno per l’Ambiente” di uno dei principali gruppi italiani della GdO.
Il Sistema Coop ha una propria politica ambientale sviluppata e messa in pratica attraverso un decalogo che negli anni ha convolto tutti gli attori della filiera, dai sistemi di produzione dei prodotti acquistati al confezionamento e al trasporto, dal punto vendita al consumatore finale, con campagne di informazione e sensibilizzazione. Questo processo sta portando a considerare “la sostenibilità ambientale” come elemento di valutazione della affidabilità del singolo fornitore di servizi e/o di prodotti. Questo impegno è particolarmente evidente nelle filiere del pesce e della carne.
Il tema trattato è stato sicuramente interessante e ha attirato numerosi partecipanti tra i componenti del Gruppo Giovani Assalzoo. La giornata è poi proseguita con una visita guidata tra i padiglioni delle nazioni presenti in Expo, passando insieme un piacevole pomeriggio alla scoperta di quanto diverso può essere l’approccio al cibo e all’alimentazione nelle diverse culture.
Si è svolta così un’altra attività del lavoro che il Gruppo Giovani continua a portare avanti con impegno da diversi anni e come Presidente del gruppo vorrei cogliere l’occasione per ringraziare innanzitutto i relatori e la segreteria che hanno permesso di realizzare al meglio questa intensa giornata e tutti i partecipanti e i componenti del gruppo giovani per l’entusiasmo, la partecipazione e il sostegno manifestati in questi anni nei confronti di un progetto comune di crescita e di confronto, che sicuramente ha arricchito umanamente e professionalmente ognuno di noi.
Alessandro Leone