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Al via Gfli: misura l’impatto ambientale della produzione mangimistica

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È stato ufficialmente aperto a Washington il Global feed Lca institute (Gfli), frutto della collaborazione di Fefac (European Feed Manufacturers’ Federation), Ifif (Federazione internazionale dei produttori di mangimi), Afia (American Feed Industry Association) e Anac (Animal Nutrition Association of Canada). Il Gfli comprende, inoltre, anche un consorzio di aziende internazionali.

Il Global feed Lca institute si prefigge l’adozione, su scala globale, di un metodo standard per la valutazione e l’analisi comparativa dell’impatto ambientale derivante dalla produzione mangimistica. In particolare, intende garantire la fruizione gratuita e trasparente di un database che descriva il Life cycle assessment (valutazione del ciclo di vita) degli ingredienti impiegati nella produzione degli alimenti per animali. L’obiettivo è quello di permettere la valutazione e l’analisi comparativa, a livello globale, degli effetti sull’ambiente determinati dalla produzione dei mangimi.

Il Gfli ha anche instaurato una partnership con la Fao (Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura) e con la Leap (Livestock environmental assessment and performance partnership), per assicurarsi che le sue attività risultino compatibili con i requisiti metodologici definiti dalle deu organizzazioni. Inoltre, il programma tecnico del Gfli è stato progettato per risultare conforme anche al progetto Pef (Product environmental footprint project), diretto a rilevare l’impronta ambientale dei prodotti, coordinato dalla Commissione Europea. Le attività che il Gfli dovrà svolgere in Europa dovrebbero essere terminate entro l’estate 2016. Molto prima, quindi, rispetto alla conclusione del progetto Pef, prevista per la fine dell’anno.

“Dato il significativo ruolo che la produzione dei mangimi ricopre nell’ambito dell’impatto ambientale derivante dai prodotti di origine animale, i mangimi rappresentano anche un settore-chiave per lo sviluppo di nuove strategie, capaci di ridurre le emissioni inquinanti – dichiara Ruud Tijssens, Presidente Fefac -. Grazie all’unione di opzioni nutrizionali per animali e di efficienti risorse tecniche, l’industria mangimistica può assistere con grande fiducia alla misurazione degli effetti prodotti sull’ambiente”.

Foto: © DLeonis – Fotolia

red.