Il 75% dei consumatori europei non avrebbe problemi a mangiare prodotti derivati da animali alimentati con insetti e ritiene che l’uso di proteine derivate dagli insetti nei mangimi sia associato a un basso rischio per la salute umana. A svelarlo è un sondaggio condotto da PROteINSECT, organizzazione che si sta occupando dello sviluppo dell’uso degli insetti in mangimistica in un progetto da 3 milioni di euro finanziato dall’Unione Europea.
L’indagine, condotta su un campione di oltre 1.100 partecipanti, rispecchia i risultati di un precedente sondaggio condotto da PROteINSECT in collaborazione con l’Università di Ghent, in Belgio. Gli europei non sarebbero quindi restii all’uso degli insetti nell’alimentazione animale, ma come spiegato da Elaine Fitches, coordinatrice di PROteINSECT, dalle risposte dei partecipanti emerge anche la richiesta di più informazioni sulle fonti di proteine nei mangimi, sia attuali che future. “Risultati preliminari ottenuti dai partecipanti che parlano inglese dimostrato che il 91% sente di dover avere una conoscenza di base sul contenuto dei mangimi. Quasi il 60% ha detto che quando acquista carne o pesce le sue decisioni sono influenzate da quello che ha mangiato l’animale”.
Fitches sta conducendo studi sulla possibilità di introdurre gli insetti nell’alimentazione di polli, maiali e pesci. Il suo lavoro prevede analisi di sicurezza e sperimentazioni. Per quanto riguarda i possibili rischi, secondo l’EFSA – l’autorità europea per la sicurezza alimentare – non intravede pericoli immediati nell’uso di insetti allevati con materiale totalmente vegetale, ma ricorda: “I metodi specifici di produzione, il substrato utilizzato, lo stadio di raccolta, le specie di insetti, così come i metodi utilizzati per un ulteriore processamento hanno un impatto sulla possibile presenza di contaminanti biologici e chimici nei prodotti a base di insetti destinati all’alimentazione e alla mangimistica”.
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Silvia Soligon