Il 16 novembre si è svolta per la prima volta la settimana mondiale dell’antimicrobico-resistenza. “Antibiotics: Handle With Care”, è lo slogan della campagna dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), cui si è affiancata quella degli Stati Uniti (“Get smart about antibiotics”), la Giornata europea degli Antibiotici dell’Ecdc (European centre for disease prevention and control) e analoghe iniziative in Canada e Australia, Nuova Zelanda e Giappone, a sottolineare che il problema dell’antimicrobico-resistenza, considerato la vera minaccia del terzo millennio, è globale, urgente, interessa l’uomo e gli animali e merita un approccio collettivo.
Si stima che ogni anno in Europa circa 25.000 persone muoiano a causa di questo problema, con un costo aggiuntivo di spese sanitarie e perdite di produttività per circa 1,5 miliardi di euro. Gli antibiotici sono farmaci preziosi, ma vanno usati correttamente e solo quando necessario, altrimenti rischiano di perdere la loro efficacia.
In base agli ultimi dati pubblicati, nel periodo 2010-14 il consumo generale di antibiotici nelle comunità e negli ospedali mostra in Europa un trend in aumento. Nel 2014 il consumo medio di antibiotici fuori dagli ospedali è stato 21,6 dosi al giorno ogni mille abitanti, con il massimo della Grecia (34,1) e il minimo dell’Olanda (10,6). L’Italia si posiziona agli ultimi posti della classifica, con 27,8 dosi dopo Belgio (28,2), Francia (29,2) e Romania (31,2). Anche nel consumo negli ospedali l’Italia si mantiene al di sopra della media europea, con 2,2 dosi al giorno ogni mille abitanti rispetto alla media di 2.
La molteplicità delle iniziative lanciate quest’anno è un segnale di quanto il problema vada affrontato nell’immediato con uno sforzo congiunto e coordinato a livello mondiale secondo un approccio olistico di One Health – One Medicine – One World (uomo-animale-ambiente).
red.