Home Attualità Crescono i consumi di pesce, ma calano quelli della carne

Crescono i consumi di pesce, ma calano quelli della carne

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Cresce il consumo di pesce da parte degli italiani. Cala, invece, quello di carne. È quanto emerge dal rapporto “Consumi alimentari domestici delle famiglie italiane – Periodo gennaio-settembre 2015”, elaborato da Ismea-Nielsen, che conferma l’andamento positivo delle vendite alimentari al dettaglio registrato dall’Istat. Secondo il documento, la spinta a mangiare il pesce a scapito della carne manifesterebbe “una profonda rivisitazione in chiave salutistica della sporta della spesa delle famiglie italiane”.

La spesa nel comparto food and beverage segna, complessivamente, una ripresa dello 0,3% rispetto allo scorso anno, quando si era registrata una flessione dell’1%. Questo fenomeno sarebbe dovuto, secondo l’Ismea, alla maggiore consapevolezza del rapporto esistente tra alimentazione e benessere, che si rifletterebbe nel maggior acquisto di frutta, verdura, pesce e yogurt e nella flessione del consumo di carne, uova e latticini. Tra il mese di gennaio e quello di settembre 2015, infatti, la contrazione della spesa per le carni ha raggiunto il 5,6%, mentre quella per i prodotti lattiero-caseari il 3,2%.

Nello specifico, il consumo di carne bovina è diminuito di circa il 6%, mentre quello di carne suina del 7,7% (nel 2014 la flessione era di 2,5%). Restano alti, invece, i consumi dei salumi, all’interno dei quali la flessione degli acquisti di salami e wurstel viene compensata da un lieve aumento della spesa per il prosciutto crudo.

Cresce l’acquisto dei prodotti ittici (+4,6%), di frutta (+3,8%) e ortaggi (+1,6%), anche per effetto dei rincari dei prezzi. Scende, invece, dello 0,7% la spesa per i derivati dei cereali, che risente del dato negativo nel segmento merendine e dei prodotti della prima colazione, mitigato tuttavia dall’incremento degli acquisti di pasta e riso. L’aumento del 16,5% registrato dagli olii e dai grassi è direttamente legato al caro prezzi e alla scarsa presenza di promozioni, dovuto alla produzione deficitaria della scorsa annata. Infine, l’Ismea segnala che le bevande alcoliche e analcoliche registrano una progressione del 3,8%.

 

Foto: © Joshhh – Fotolia

red.