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Carni: allarme Oms influenza negativamente mercati zootecnici

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La decisione dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) d’inserire la carne rossa e quelle lavorate tra le sostanze potenzialmente cancerogene, ha avuto significative ripercussioni sui mercati zootecnici. A pagarne le maggiori spese è stato il comparto dei suini, i cui prezzi sono scesi rapidamente. È quanto emerge dall’Overview pubblicata dall’Ismea (Istituto di servizi per il mercato agricolo alimentare), che ogni settimana analizza l’andamento dei mercati agroalimentari. Secondo l’Istituto, i ribassi più evidenti hanno riguardato il circuito del vivo, soprattutto i capi da macello. Prevista anche una possibile riduzione dei prezzi dei principali tagli suini.

L’allarme dell’Oms ha penalizzato anche il comparto avicolo, caratterizzato da un forte squilibrio tra un’offerta eccessiva e una domanda in ulteriore indebolimento. Questa situazione, secondo l’Ismea, nelle prossime settimane potrebbe influenzare anche il mercato dei conigli. Fra l’altro, le alte quotazioni attuali stanno determinando un effetto dissuasivo sui consumi finali. Il mercato delle uova resta orientato al ribasso e non si prevedono svolte imminenti, anche alle luce della scarsa richiesta industriale per i calibri medio-piccoli. Infine, il comparto bovino, in un mercato destabilizzato dalle notizie dell’Oms, appare complessivamente stazionario sul fronte dei prezzi.

Nel settore lattiero-caseario, si registra una ripresa dei prezzi dei formaggi grana. Restano, invece, stabili le quotazioni di burro e materie grasse. Prosegue la caduta dei prezzi del latte crudo alla stalla, che segna valori che non garantiscono margini di redditività agli allevatori.

Per quanto riguarda il comparto cerealicolo, dopo i recenti ribassi si registra una graduale stabilizzazione dei prezzi del grano duro. Il mercato resta calmo anche per mais e orzo, mentre le quotazioni dei risoni continuano a crescere.

Il mercato degli oli di oliva risulta caratterizzato da diffusi cedimenti dei prezzi. Dal momento che non è ancora chiara la composizione dell’offerta quali-quantitativa degli oli di nuova produzione, sui mercati domina un nervosismo che sta condizionando fortemente gli scambi.

Il settore degli ortaggi registra un assestamento al ribasso dei valori di cavoli, finocchi, radicchi e carciofi, mentre sale il prezzo delle zucchine. Infine, nel comparto frutticolo si registrano scambi regolari e prezzi stabili per mele e pere. Scendono, invece, le quotazioni dei loti, penalizzati da un’offerta eccessiva e da un peggioramento qualitativo della merce.

Foto: © contrastwerkstatt – Fotolia

n.c.