La conoscenza umana delle infezioni che colpiscono gli animali è molto ridotta. Il 50% di tutte le ricerche esistenti in materia riguardano soltanto 10 patologie. È quanto emerge da uno studio pubblicato sulla rivista Pnas dai ricercatori dell’Università di Sydney (Australia), secondo cui le persone s’interessano alle malattie degli animali soltanto quando mettono a rischio la salute umana.
Nel corso della ricerca, gli autori hanno esaminato i risultati di 78.861 studi, pubblicati tra il 1912 e il 2013, in materia di salute animale. Al termine, hanno scoperto che la maggior parte delle ricerche si è concentrata sulla zoonosi conosciute, ossia sulle malattie infettive che possono essere trasmesse agli esseri umani. Invece, sono pochissimi gli studi sulle patologie che colpiscono soltanto gli animali.
Secondo gli esperti, ignorare una malattia fino al momento in cui colpisce la salute umana impedisce di gestirla alla fonte. Invece, studiarla fin dal momento in cui si sviluppa negli animali, potrebbe permettere di fronteggiarla più efficacemente, una volta trasmessa agli esseri umani.
“Sappiamo molto poco sulle malattie che influenzano la salute e il benessere degli animali, soprattutto quando si tratta della fauna selvatica – osserva Anke Wiethoelter, che ha guidato la ricerca -. Questo, paradossalmente, si traduce nel fatto che non siamo preparati a fronteggiare i precursori delle malattie infettive negli esseri umani”.
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Nadia Comerci