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Ismea, sale il prezzo del grano duro

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Registrata una correzione al rialzo dei prezzi del grano duro nei principali centri nazionali di scambio. In particolare, sulla piazza di Foggia, le quotazioni del prodotto con contenuto proteico hanno toccato almeno 12 punti sopra i 350 euro a tonnellata. È quanto riferisce l’Ismea (Istituto di servizi per il mercato agricolo alimentare), secondo cui la situazione riflette le incertezze sugli esiti dei raccolti, determinate dalle riduzioni di resa in Puglia, in alcune zone della Sicilia e nelle Marche.

Il rincaro dei prezzi del cereale è dovuto anche al fatto che la produzione canadese potrebbe risultare inferiore rispetto alle stime iniziali. Le alte temperature e la siccità che hanno interessato le coltivazioni nordamericane potrebbero, infatti, ripercuotersi negativamente sui rendimenti.

La qualità dei nuovi raccolti italiani ha ottenuto giudizi positivi. L’annata precedente, invece, era stata caratterizzata da standard decisamente inferiori alla media.

Secondo l’Ismea, attualmente gli scambi sono ancora piuttosto limitati, a causa di un generale atteggiamento di attesa da parte dei venditori, nonostante la raccolta sia ormai quasi conclusa in tutti i principali areali del Centro-Sud. I rincari stanno cogliendo di sorpresa gli utilizzatori, che durante questa fase erano generalmente impegnati a ricostituire le scorte.

L’Istituto evidenzia che il quadro appare confuso anche sui mercati internazionali. Recentemente, si è registrato il rincaro dei prezzi di frumento, mais e semi di soia, in risposta alle incertezze sugli sviluppi climatici e sui livelli delle scorte, in alcuni casi inferiori alle previsioni.

Per quanto riguarda i mercati interni, l’Ismea segnala un rincaro su base settimanale di oltre il 9% sulla piazza di Foggia. Aumenti analoghi, rispetto alla scorsa ottava, si registrano sul mercato di Milano, dove le ultime quotazioni della categoria “fino” spuntano incrementi di oltre il 12%, se confrontate con i livelli di un anno fa.

 

Foto: Pixabay

redazione