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Mangimi: aumenta la produzione per volatili, ovini e pesci

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Il comparto mangimistico è riuscito a reggere il colpo che la recessione dell’economia italiana ha determinato nell’andamento generale dell’industria nazionale. La produzione arriva a 14.090.000 tonnellate complessive, che equivale a un lieve aumento rispetto ai dati del 2013: +0,3%.

La sostanziale tenuta del comparto mangimistico, in un contesto generale sfavorevole, si deve al settore avicolo che raggiunge livelli di produzione record (+3,3%), con risultati particolarmente positivi negli alimenti per polli (+4,8%) e in quelle per ovaiole (+6,7%). Vanno segnalati anche i risultati positivi dei mangimi per gli ovini (+4%) e per i pesci (+6,8%), che continuano a mettere a segno un trend di crescita, rafforzato inoltre da un buon andamento delle esportazioni.

Meno positive le notizie provenienti dai mangimi per i bovini con un -3,1% rispetto all’anno precedente. La riduzione dipende essenzialmente dalla contrazione della domanda alimentare per i bovini da latte (-4,2%), mentre un lieve rialzo ha riguardato quella per bovini da carne (+0,8%), che pure provengono da quattro anni di costante calo produttivo. Segno meno anche per i mangimi per i suini: -1,1%. In questo caso è il ridimensionamento delle consistenze dei capi (meno un milione negli ultimi due anni) a essere alla base della leggera riduzione.

”La forza del settore – sottolinea Alberto Allodi, presidente di Assalzoo – è nei numeri. Il contesto sfavorevole, una continua oscillazione dei prezzi delle materie prime, un quadro normativo soggetto a continui cambiamenti, una eccessiva pressione del fisco, sono fattori che non favoriscono la produzione industriale e gli investimenti. I mangimisti italiani, nonostante tutto, dimostrano una forza imprenditoriale che merita di essere evidenziata. Una forza che permette all’interno comparto dell’agroalimentare italiano di poter contare su mangimi sicuri, di qualità e sicurezza sempre più elevati e interamente prodotti in Italia, pur se costretti ad importare forti quantità di materie prime. Gli indicatori per il 2015 lasciano bene sperare – conclude Allodi – con il settore avicolo a fare da traino ancora una volta e con qualche segnale che lascia presupporre una ripresa anche per il settore suino; sul settore bovino sembrano permanere delle difficoltà, legate sia al comparto da carne che per quello da latte, alle prese con la fine del regime delle quote“.

 

Foto: Pixabay

redazione