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Ismea, crescono le esportazioni di prosciutti e formaggi

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Nel primo trimestre 2015, sono cresciute le esportazioni dei preparati e delle conserve suine. In particolare, l’export dei prosciutti crudi disossati è aumentato del 5%, mentre quello dei prosciutti cotti si è alzato del 47% rispetto allo stesso periodo del 2014. È quanto emerge dall’Overview pubblicata dall’Ismea (Istituto di servizi per il mercato agricolo alimentare), che ogni settimana analizza l’andamento dei mercati agroalimentari. Secondo l’ente, restano ancora molte carni suine da smaltire in Europa, mentre in Italia non sono previsti movimenti sostanziali dei prezzi di carni e capi vivi.

Per quanto riguarda il comparto bovino, l’Ismea sottolinea la significativa ripresa delle macellazioni, aumentate del 3% nei primi tre mesi del 2015, anche se riconducibile a un forte aumento delle affluenze di vacche. L’aumento del 25% delle importazioni di capi da ristallo francesi, registrato nel primo trimestre di quest’anno, potrebbe preludere a un’inversione del ciclo produttivo.

In relazione al comparto avicolo, l’Istituto non rileva movimenti sostanziali sul versante dei prezzi. Il mercato comunque appare fluido in termini di scambi. Nel giro di un paio di settimane, è presumibile una correzione al ribasso dei prezzi dei conigli, leggermente aumentati anche la scorsa settimana.

La debolezza della domanda interna rende ancora incerta l’evoluzione del quadro mercantile dei prodotti lattiero-caseari, che mantengono prezzi stazionari. Positivo invece l’export: nel primo trimestre 2015, le vendite all’estero di formaggi e latticini sono aumentate di oltre il 9% su base annua, con punte del più 27% in Usa. Attualmente, il livello dei prezzi penalizza principalmente il Parmigiano reggiano. Il prezzo del prodotto con 12 mesi di stagionatura risulta inferiore a 50 centesimi al chilo rispetto al Grana padano con analoga maturazione.

Anche il mercato europeo appare debole, appesantito da una condizione di forte squilibrio dal lato dell’offerta. Le quotazioni del latte in polvere scremato, penalizzate dal forte calo dell’import cinese, sono a un passo dal prezzo d’intervento. Anche i formaggi mantengono un trend negativo, soprattutto a causa del quasi certo prolungamento dell’embargo russo. Manca di qualsiasi supporto il latte crudo alla stalla: i prezzi restano inchiodati sotto i 30 centesimi/litro sul mercato tedesco e attorno ai 36 centesimi in Italia.

L’Ismea comunica che la nuova campagna del frumento duro, con le operazioni di trebbiatura ormai avviate sia in Sicilia che nel Foggiano, parte con prezzi incoraggianti per gli agricoltori, grazie alla buona qualità del raccolto. Sulla piazza pugliese si registrano valori d’esordio superiori a quelli dell’anno scorso e al di sopra dei 300 euro/tonnellata per la categoria fino. Le prime quotazioni dell’orzo, invece, risultano inferiori ai livelli di un anno fa. Restano poi sospese le contrattazioni sul mercato del frumento tenero, in attesa dei primi riscontri sulle nuove produzioni.

L’Istituto evidenzia che le condizioni di tutte le colture cerealicole appaiono, in generale, migliori rispetto alla scorsa campagna. Anche lo stato vegetativo del granoturco non presenta in questa fase particolari problemi, anche se il mercato resta orientato al ribasso sia nel consuntivo della passata ottava che nella proiezione di questa settimana.

È prevista un’ulteriore flessione dei prezzi degli oli di oliva, relativamente agli extravergini, penalizzati da uno standard qualitativo non ottimale e da una maggiore propensione alla vendita. Sui mercati vinicoli, il segmento dei rossi, comuni e Igt, mostra qualche difficoltà. La domanda resta piuttosto frenata a meno di due mesi dalla nuova vendemmia. In generale lo stato vegetativo dei vigneti appare buono, anche se le recenti precipitazioni, accompagnate da grandinate, hanno determinato qualche problema in alcune zone del Nord Italia.

Sui mercati ortofrutticoli le contrattazioni appaiono agevoli. La disponibilità resta abbondante per quasi tutti gli ortaggi di stagione, con prezzi orientati ancora al ribasso. Per quanto riguarda la frutta, l’offerta di fragole tende progressivamente a ridursi, mentre crescono in tutti i centri di scambio le affluenze di albicocche, pesche e nettarine, la cui raccolta è ormai estesa anche ai distretti del Nord Italia.

La sovrapposizione tra le diverse provenienze geografiche, determinata da un ritardo della raccolta negli areali pugliesi, sta generando qualche squilibrio sul mercato delle ciliegie, i cui prezzi registrano un tendenziale ribasso. Si registrano le prime contrattazioni in campagna per l’uva Vittoria, che per ora restano circoscritte al comprensorio produttivo del Catanese. Le quotazioni risultano mediamente più elevate rispetto alla scorsa campagna, anche se i primi afflussi sui mercati si verificheranno solo a partire da fine mese.

Foto:  © Sherri Camp – Fotolia.com

n.c.