Persiste lo stallo del mercato zootecnico, causato dal rallentamento dell’attività di macellazione del bestiame bovino. Aumentano, invece, le vendite delle carni avicole. È quanto emerge dall’Overview pubblicata dall’Ismea (Istituto di servizi per il mercato agricolo alimentare), che ogni settimana analizza l’andamento dei mercati agroalimentari.
Secondo l’Istituto il settore zootecnico subisce le ricadute del rallentamento della macellazione dei bovini. Inoltre, anche la grande distribuzione segnala una condizione di debolezza generale sul versante dei consumi. Questa situazione ha pesanti ripercussioni soprattutto sui prezzi delle carni di coniglio. È prevista, invece, una graduale risalita dei prezzi del bestiame suino, anche se le quotazioni restano ben al di sotto dei livelli di un anno fa, a causa di un’offerta europea fortemente eccedentaria.
Il mercato dei prodotti avicoli appare complessivamente più, in particolare per fese di tacchino e petti di pollo. Secondo l’Ismea il migliore andamento delle vendite sul circuito delle carni avicole potrebbe riflettersi positivamente sulle quotazioni anche del vivo, in un mercato favorito dalla stagionale ripresa dei consumi. Il trend delle uova resta, invece, al ribasso.
Per quanto riguarda il settore dei prodotti lattiero-caseari, le quotazioni mantengono un andamento stabile sia per i formaggi che per il burro, in un contesto di scambi ancora piuttosto rarefatti. Il quadro internazionale conferma, invece, una situazione di forte pressione dell’offerta soprattutto neozelandese, con ricadute anche in Europa. La situazione riflette una domanda cinese sensibilmente ridimensionata per tutte le commodity casearie. L’Istituto sottolinea che il bilancio delle esportazioni dei formaggi europei, nei primi tre mesi del 2015, resta negativo (-14% su base annua in quantità, secondo i dati dell’Eurostat). I forti incrementi riscontrati in Usa e Giappone non sono stati sufficienti a compensare le perdite sul mercato russo.
Le trattative del comparto cerealicolo proseguono lentamente, soprattutto nel circuito dei frumenti, in attesa dei nuovi raccolti. Mais e soia mantengono, invece, un andamento negativo in un mercato ben approvvigionato e piuttosto debole nella dinamica degli ordinativi.
Previsto un rallentamento negli scambi degli oli di oliva, con possibili correzioni al ribasso sia in Spagna che in Grecia. In ambito nazionale potrebbe verificarsi ancora qualche flessione a carico degli extravergini, mentre gli oli di oliva raffinati sembrano confermare, su tutte le piazze, un andamento più sostenuto, grazie a una domanda che resta vivace. L’Ismea sottolinea che lo stato vegetativo degli oliveti risulta ottimale, a giudizio degli operatori, sia in Italia che nell’intera area del Mediterraneo.
Per quanto riguarda il mercato del vino, permane una situazione di stallo generale delle trattative. I prezzi dei bianchi sono scesi sotto la soglia dei 3 euro/ettogrado, condizione che non si verificava dall’ultimo trimestre del 2009, né si evidenziano, a breve, prospettive di miglioramento.
Riguardo al comparto ortofrutticolo, il maltempo dei giorni scorsi ha fortemente condizionato la dinamica dei consumi, favorevoli soprattutto per le mele che hanno beneficiato di un inatteso aumento dei prezzi. Le specie frutticole di stagione, in particolare le fragole, hanno confermato il fisiologico calo delle quotazioni in atto ormai da diverse settimane, in un mercato che continua comunque a registrare una buona fluidità degli scambi. Ismea segnala, sui mercati interni, una forte concorrenza delle albicocche spagnole, che sta appesantendo i listini anche delle varietà nazionali. La produzione di ciliegie inizia nel frattempo a coinvolgere i primi areali emiliano-romagnoli dove, a differenza della Puglia, le produzioni stanno registrando prezzi leggermente più elevati rispetto alla scorsa campagna.
L’Istituto comunica che si è conclusa la commercializzazione delle pere, mentre per le residue partite di kiwi nazionale si prevede un collocamento agevole, sia in Italia che all’estero, anche nelle prossime settimane.
Nei giorni scorsi si è assistito a una brusca riduzione de i prezzi di meloni e angurie, penalizzati dal peggioramento climatico e dall’abbassamento repentino delle temperature. Per il resto delle ortive l’attività di scambio procede con regolarità. In linea con i normali calendari si registra un progressivo ampliamento dei territori di produzione coinvolti, oltre a un contestuale incremento dell’affluenza di merce nei centri di redistribuzione.
Foto: Pixabay
n.c.