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Ismea, mercato del comparto zootecnico ancora in ribasso

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carne avicola

Il mercato del comparto zootecnico e di diversi prodotti agroalimentari resta orientato al ribasso. È quanto emerge dall’Overview pubblicata dall’Ismea (Istituto di servizi per il mercato agricolo alimentare), che ogni settimana analizza l’andamento dei mercati agroalimentari. L’Istituto evidenzia l’esistenza di una situazione di persistente difficoltà per il bestiame suino, con pochi spiragli di ripresa. Risultano in ribasso sia i prezzi dei capi d’allevamento, sia di quelli da macello. A causa della contrazione dei consumi interni e della pressione di un’offerta estera estremamente competitiva, anche il circuito industriale mostra situazioni di sofferenza, con cali generalizzati per tutti i tagli. Un segnale particolarmente negativo interessa le cosce, nazionali e Dop, i cui prezzi dovrebbero confermare la tendenza al ribasso.

Il mercato del comparto bovino resta contraddistinto da segnali di debolezza per i capi da macello, provocati da un rallentamento delle attività di lavorazione nei centri di macellazione nazionali e da un consumo ancora frenato. L’Ismea precisa che questa situazione è stata riscontrata anche in Francia, dove nei giorni scorsi allevatori e industriali hanno inasprito un contenzioso commerciale che rischia di peggiorare ulteriormente. Sul fronte dei ristalli, al contrario, si registrano rialzi per i baliotti, mentre restano invariati i prezzi dei broutard francesi, la cui offerta appare, tuttavia, sempre più esigua. La domanda risulta ancora contingentata, considerate le attuali difficoltà sul mercato dei vitelloni.

Per quanto riguarda il settore dei prodotti avicoli, emerge un leggero apprezzamento solo per i tacchini, dopo una lunga fase di stabilità delle quotazioni. Il mercato di polli e galline resta invece in equilibrio. A causa di un’eccessiva offerta, anche questa settimana conigli e uova mantengono un trend negativo.

Nel settore dei prodotti lattiero-caseari prevale un atteggiamento attendista, soprattutto nel segmento dei formaggi grana a denominazione. Le ottime performance sui mercati esteri – confermate, nel primo bimestre 2015, da un più 10% dell’export di Grana Padano e Parmigiano Reggiano – e la contrazione dell’offerta in atto (-1,9% per il Reggiano e -3,1% per il Padano nei primi quattro mesi del 2015) potrebbero, tuttavia, determinare una graduale ripresa dei prezzi, che finora sono stati prevalentemente stazionari. A livello internazionale, il mercato lattiero mostra ancora una situazione di precario equilibrio. L’Istituto rileva che la prospettiva di un aumento della produzione europea e l’impatto limitato della siccità in Nuova Zelanda stanno spingendo i buyer a rinviare gli acquisti, nell’attesa di un’ulteriore riduzione dei listini. Questa dinamica, di recente, è apparsa evidente soprattutto per il latte in polvere.

L’Ismea segnala, nel comparto frutticolo, l’esordio delle ciliegie, seppure in ritardo di circa una settimana rispetto ai normali calendari. La produzione dovrebbe attestarsi su livelli superiori alla precedente campagna, particolarmente deficitaria. Nelle prime contrattazioni i valori si sono attestati, nel Barese, sui 4-4,50 euro/kg per le Bigarreau e sui 3,50-4 euro per le altre varietà al momento disponibili, in flessione rispetto alla precedente campagna di commercializzazione. Prezzi in leggero calo su base annua anche per le albicocche, che stanno subendo, in questo avvio della nuova campagna, una forte pressione dell’offerta spagnola.

Prosegue l’attività di collocamento delle mele sul mercato interno ed estero. È, invece, conclusa la commercializzazione delle pere, con le ultime partite di Conference scambiate sugli stessi livelli di prezzo delle scorsa settimana. L’assenza di prodotto australe sui circuiti internazionali ha favorito ulteriormente il collocamento dei kiwi italiani, in un mercato con scambi regolari anche sulle piazze nazionali. Ancora in fisiologica riduzione, invece, i prezzi delle fragole, che mantengono un andamento sostenuto per quanto riguarda gli scambi.

Per quanto concerne il comparto orticolo, le temperature elevate stanno determinando un generale aumento dell’offerta dei principali ortaggi di stagione, con prevedibili ulteriori riduzioni dei prezzi. Situazione di mercato ancora favorevole per carote, peperoni, patate e cipolle novelle, sempre oggetto di una domanda particolarmente interessata. L’ultima settimana ha segnato l’inizio della campagna di commercializzazione dei fagiolini Boby e dei pomodori tondi lisci sulla piazza di Latina, con quotazioni analoghe a quelle d’esordio dello scorso anno.

Il mercato di cereali e soia resta improntato a un generale ribasso dei prezzi, anche perché si avvicinano le operazioni di raccolta delle specie autunno-vernine. Le riduzioni sui listini dei frumenti e dei cereali foraggeri, mais ed orzo in particolare, dovrebbero proseguire anche questa settimana.

Il mercato vinicolo, a causa di una debole richiesta e di una pressione competitiva dall’estero, mantiene un tono dimesso. Positiva la situazione vegetativa dei vigneti su tutto il territorio nazionale, in assenza di particolari problemi fitosanitari.

Infine, per quanto riguarda il mercato degli oli d’oliva, i prezzi mantengono un andamento al rialzo ,soprattutto per lampanti e raffinati, in relazione ai diffusi aumenti riscontrati sui mercati greci e spagnoli. La situazione appare in via di normalizzazione, mentre lo stato vegetativo delle colture non mostra problemi in questo momento.

 

Foto: Pixabay

n.c.