“Riponiamo grandi aspettative nel Governo italiano e nelle sue decisioni, fiduciosi che non danneggeranno il settore agroalimentare italiano“: questo il commento di ASSALZOO, l’Associazione nazionale tra i produttori di alimenti zootecnici, all’indomani della presentazione da parte della Commissione Europea della proposta di revisione del Regolamento 1829/2003 relativo agli alimenti e ai mangimi geneticamente modificati, che consentirà a ogni Stato membro dell’Unione Europea di decidere in autonomia se limitare o vietare l’uso di prodotti geneticamente modificati (Gm) già autorizzati dall’Efsa all’interno dell’Unione. “Questa proposta di revisione da parte della Commissione Europea è un atto che cambierebbe le regole del gioco a livello europeo – spiega ASSALZOO – e che derogherebbe alle regole comunitarie finora vigenti, demandando a ogni singolo Stato la possibilità di decidere in autonomia se limitare o vietare l’uso di prodotti geneticamente modificati (Gm) già autorizzati e valutati sicuri scientificamente per la salute sia umana che animale e per l’ambiente dalla massima Autorità europea per la sicurezza alimentare, l’Efsa. E’ un atto che comporta grandi rischi per ciascun Paese europeo, ma che nasconde seri pericoli soprattutto per un paese come l’Italia costretto da sempre a importare grandi quantità di materie prime, anche Gm, per garantire il proprio fabbisogno interno e anche il suo export alimentare.
Considerato che la proposta prevede la nazionalizzazione delle autorizzazioni, ASSALZOO richiama l’attenzione – nel caso di un varo definitivo della norma – sull’enorme impatto socio-economico che ne deriverebbe su tutti i Paesi comunitari: “Il settore agroalimentare dell’UE richiede un sistema di autorizzazione per gli usi alimentari e mangimistici che permetta il libero e regolare movimento sul mercato comunitario di alimenti e mangimi. Ogni tentativo di deviare da un processo decisionale unico per l’intera UE causerebbe incertezza nei mercati e la nazionalizzazione delle autorizzazioni all’immissione in commercio degli OGM metterebbe in pericolo il principio cardine dell’Unione Europea, vale a dire il mercato unico. La difesa del principio del libero mercato è di vitale importanza se si considera che l’Industria alimentare italiana, in un contesto di calo dei consumi interni, ha continuato a crescere grazie all’export, vero e proprio volano dello sviluppo della filiera agroalimentare nazionale“.
Quanto alla situazione italiana, ASSALZOO ricorda che “l’Italia per sopperire al proprio fabbisogno di materie prime, sia ad uso alimentare che mangimistico, è da sempre fortemente dipendente dall’estero. Basti pensare che la produzione italiana di materie prime agricole non è in grado di fare fronte alla domanda interna, per cui si rende necessario importarne oltre il 50% del fabbisogno. In uno scenario di questo tipo la sicurezza e la continuità di approvvigionamento assumono una rilevanza indiscussa per la competitività e la sostenibilità del nostro comparto agroalimentare e per la sicurezza stessa degli approvvigionamenti alimentari dei consumatori italiani”.
ASSALZOO auspica pertanto una forte attenzione del Governo italiano chiamato ad assumere una decisione strategica per il settore agroalimentare data la rilevanza che questo riveste nell’economia generale del nostro Sistema paese, garantendo le necessità di approvvigionamento indispensabili a una produzione sufficiente per il nostro consumo interno e per le esportazioni.