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Biotecnologie futuro dell’agricoltura: “Non abbiate paura”

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“Non abbiate paura della tecnologia”: è questo il titolo dell’editoriale pubblicato sulla rivista specialistica online “Allaboufeed” dalla direttrice Emmy Koeleman, esperta in zootecnia. “I progressi tecnologici stanno interessando il mercato a grande velocità. Nuovi iPhone, auto elettriche, energia pulita, solo per citarne alcuni. Questi progressi vengono applauditi dalla maggior parte di noi e molte persone esultano quando nuove tecnologie come queste arrivano sul mercato – scrive Koeleman nel suo editoriale -. Ma quando si tratta di innovazioni tecnologiche che interessano gli animali o il cibo, questo entusiasmo si ferma”. Questo accade, scrive Koeleman, perché nel campo delle biotecnologie le emozioni prendono il sopravvento, e ci si fa guidare più da queste ultime che dalla scienza.

 

Eppure la scienza insegna che non c’è nulla da temere dalla biotecnologia e dalle colture geneticamente modificate, continua Koeleman. Solo per fare un esempio su tutti – in quanto è uno degli studi più ampi mai condotti e di più recente pubblicazione – basta guardare ai risultati ottenuti dai ricercatori della University of California guidati da Alison Van Eenennaam e pubblicati sul Journal of Animal Science: si tratta della più ampia revisione che ha riguardato studi condotti negli ultimi 30 anni riferibili a un campione di oltre 100 miliardi di animali dalla quale è emerso, dopo aver confrontato le prestazioni e la salute di animali alimentati con mangimi prodotti con colture geneticamente modificate con le prestazioni e la salute di capi di bestiame alimentati esclusivamente con manigmi non-Gm, che non c’è alcuna differenza tra le caratteristiche nutrizionali e di sicurezza dei mangimi prodotti con colture Gm rispetto a quelliderivati da varietà di colture convenzionali e che il latte, la carne, le uova e gli altri prodotti derivati da animali alimentati con mangimi contenenti prodotti Gm risultano del tutto indistinguibili dai prodotti derivati da animali alimentati con mangimi privi di prodotti Gm. I dati elaborati vanno dal 1983, 13 anni prima dell’autorizzazione degli Ogm, fino al 2011, anno nel quale, secondo le statistiche ufficiali, soltanto negli Stati Uniti oltre il 90% degli animali veniva già nutrito con alimenti Gm.

 

Alla maggior parte delle persone non piace quando la tecnologia si mescola con la natura, conclude Koeleman. “In ogni settore (non agricolo) la crescita delle imprese tecnologiche viene incoraggiata, ma quando si parla di agricoltura ogni processo che porta a un progresso vorremmo che si fermasse. La scienza ha dimostrato che non abbiamo alcun motivo di preoccuparci. Ora dobbiamo trovare un modo per far arrivare questa notizia al pubblico“.

 

Foto: Pixabay

m.c.