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La guerra agli Ogm è immotivata

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Le campagne contro l’impiego e il consumo di colture geneticamente modificate sono “un crimine contro l’umanità”. A sostenerlo è un editoriale pubblicato sul Boston Globe, a firma di Richard Roberts, secondo cui ogni anno diversi milioni di bambini muoiono o soffrono di difetti di sviluppo irreparabili a causa della carenza di nutrienti indispensabili, e molti altri subiscono danni legati a malnutrizione e fame. L’autore dell’articolo allora si chiede: “Quanti altri bambini devono subire prima che questa propaganda anti-Ogm venga chiamata per quello che è, ovvero un crimine contro l’umanità?

 

Tra gli strumenti per far fronte alla fame del mondo o, almeno, a parte di essa, ci sono le colture geneticamente modificate, in grado di “migliorare sia la resa delle colture che il loro valore nutritivo”, scrive Roberts.

 

Nonostante in molti Paesi del mondo le colture biotech si consumino da ormai diversi anni senza aver fatto registrare alcun effetti collaterale – oggi più della metà dei terreni agricoli degli Stati Uniti viene utilizzato per la coltivazione di Ogm, tra cui la quasi totalità dei semi di soia e il 71% di tutto il mais – “i politici europei hanno invece ritenuto troppo pericoloso per i propri connazionali consumare questi alimenti”, e “il messaggio allarmista sta arrivando anche ai Paesi in via di sviluppo, a quei Paesi, cioè, che avrebbero disperatamente bisogno dei benefici che i cibi Ogm sono in grado di offrire alle popolazioni malnutrite”.

 

Roberts racconta così la storia degli Ogm: “la battaglia sulle colture geneticamente modificate – spiega l’autore dell’editoriale sul Boston Globe – è piena di interessi economici e di opportunismo politico“. Quando gli Ogm vennero per la prima volta prodotti in laboratorio, “furono annunciati come un enorme balzo in avanti nella capacità degli uomini di integrare il lavoro della natura, fornendo cibi ricchi di nutrienti”. Ma quando la Monsanto, il più grande produttore di Ogm al mondo, ha cercato di introdurre i nuovi semi in Europa nei primi anni ’90, incontrò una dura opposizione: ” Nonostante gli Ogm consentano agli agricoltori di utilizzare meno pesticidi sulle piante, la mossa venne vista come una presa di denaro da parte della Monsanto, piuttosto che come beneficio per i cittadini europei. Gli oppositori più accesi – soprattutto i partiti verdi – accusarono l’agroalimentare americano di voler prendere in consegna l’approvvigionamento alimentare europeo: ed è in mezzo a tutta questa rabbia, afferma Roberts, che ha avuto origine la campagna politica per vietare gli Ogm, lanciata con il messaggio di fondo che “gli europei devono essere protetti dai veleni nel loro cibo“.

 

Tutto questo rumore anti-Ogm, spiega Roberts, ha funzionato: l’Europa ha da infatti istituito controlli molto rigorosi su tutti gli alimenti Ogm e attualmente è quasi impossibile ottenere l’approvazione regolamentare per piantare colture geneticamente modificate in tutto il continente.

 

Gli europei ben nutriti non hanno bisogno di cibi Ogm, ma per il resto del mondo potrebbero invece rappresentare una fonte di nutrizione fondamentale: le Nazioni Unite stimano che quasi una persona su otto in tutto il mondo deve affrontare i problemi legati alla denutrizione cronica. Ma il seme dell’ostilità anti-Ogm ha ormai travalicato i confini europei, e l’ostilità verso i cibi biotech è ora diffusa in Africa e in parti dell’Asia e del Sud America. E sta avendo conseguenze devastanti.

 

Foto: Pixabay

Miriam Cesta