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Aflatossine, negli Stati Uniti il mais è a rischio

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Il problema delle contaminazioni del mais statunitense con aflatossine, molecole note per il loro effetto cancerogeno, potrebbe peggiorare nei prossimi mesi estivi e autunnali, quando gli agricoltori del Midwest mescoleranno le scorte contaminate durante la siccità del 2012 con i nuovi raccolti.

 

Data la tossicità di queste tossine, che possono dare problemi di salute sia all’uomo, sia agli animali, prima di esere uilizzato il mais viene testato per la sua presenza. Oltre all’industria alimentare e mangimnistica, anche i produttori di etanolo respingono le partite contaminate; le aflatossine, infatti, si concentrano durante il processo di distillazione, andando a contaminare le granaglie essiccate che vengono rivendute come mangimi. Non solo, se presenti nei mangimi delle vacche, le aflatossine possono passare nel latte. Attualmente le scorte contaminate sono miscelate soprattutto ai mangimi per i maiali e i bovini, che riescono a tollerare basse concentrazioni di aflatossine. Il mais non ancora utilizzato continuerà, però, a dare problemi anche maggiori perché la muffa che produce le aflatossine è in grado di diffondersi e riprenderà a farlo con l’aumento delle temperature che si verificherà in primavera.

 

La situazione è complicata dal fatto che le riserve di mais negli Stati Uniti sono tradizionalmente basse. Per questo diversi stati hanno ricevuto l’autorizzazione a mescolare il grano contaminato a quello non contaminato. Tuttavia, nello scorso mese di febbraio la catena di supermercati Hy-Vee Inc, ha dovuto ritirare 5 linee di prodotti per l’alimentazione del cane proprio a causa degli eccessivi livelli di contaminazione da aflatossine. “E’ un anno difficile per lavorare con questa coltura – ha constatato Jeffrey Adkisson, vicepresidente esecutivo della Illinois Grain & Feed Association -. Probabilmente è uno degli anni più impegnativi che la nostra gente abbia mai dovuto affrontare”.

 

Foto: Pixabay

Silvia Soligon