“A Bruxelles andiamo con la ferma volontà di difendere l’agricoltura”. E’ questa la promessa di Mario Catania, Ministro per le Politiche Agricole, Alimentari e Forestali del Governo Monti. In occasione della conferenza stampa tenuta a Roma lo scorso 23 gennaio, il ministro uscente ha illustrato il suo bilancio di fine mandato e ha parlato di alcune questioni che saranno affrontate nelle prossime settimane.
Secondo Catania la battaglia più importante da combattere nei mesi a venire sarà quella per la lotta alla cementificazione dei terreni agricoli, tematica da sempre sottovalutata e rimossa dalla politica nazionale. Il ministro ha raccontato di aver dovuto lottare contro delle resistenze, ma che ora il problema “non potrà più essere rimosso”. “Chiunque siederà al mio posto – ha aggiunto Catania – non potrà non tenerne conto. Se avrò modo di avere voce in capitolo per me questa sarà una priorità assoluta”.
Per quanto riguarda l’articolo 62 in materia di cessioni di prodotti agricoli ed alimentari, Catania ha rassicurato il pubblico: “lasceremo al futuro governo e al futuro ministro un lavoro già impostato per la riscrittura”. Simile la situazione del D.p.r. 102 sulla regolazione dei mercati, sul quale – ha precisato il ministro – è stato fatto un lavoro importante con le organizzazioni di categorie, mentre a proposito delle terre pubbliche, ha ammesso: “non siamo riusciti a sconfiggere in un anno le resistenze del Ministero dell’Economia sia per avere le liste dei terreni sia nella stesura del decreto”.
Altro punto dolente, le aflatossine. Per il ministro “si tratta di un problema doloroso con aziende agricole in sofferenza e con la necessità di tutelare gli agricoltori”, un problema che deve necessariamente essere risolto considerando come priorità la tutela della salute del consumatore. “Stiamo vedendo con il Ministro della Salute come isolare le partite interessate dal problema – ha spiegato Catania – e stiamo studiando interventi palliativi, esterni a food e feed, ma purtroppo non e’ semplice”.
Ad avere bisogno di aiuto non sono, però, solo gli agricoltori. Anche i settori dell’allevamento ovino e bovino, ha sottolineato il ministro, “richiedono in Italia, in questo momento, un sostegno aggiuntivo che abbiamo intenzione di ricavare dai cosiddetti aiuti accoppiati. Ciò viene in parte già fatto oggi e ho avuto plauso degli allevatori”. Tuttavia, Catania ha ammesso che questo sostegno deve essere rafforzato sia per le vacche nutrici, sia per gli ovini da carne e da latte.
Per quanto riguarda, invece, dop e igp, fiore all’occhiello del Made in Italy, il ministro è del parere che “avere un areale di produzione della materia prima che va al di là della regione di appartenenza della dop o igp non è di per sé un elemento che inficia il dossier dei prodotti a denominazione di origine”.
“Credo – ha dichiarato il ministro – di aver riportato l’attenzione della classe politica e anche dell’opinione pubblica sull’agricoltura. Monti ha parlato di agricoltura ed è la prima volta perché mai presidente del consiglio ha dedicato la stessa attenzione al settore primario. Dopo Marcora – Ministro dell’Agricoltura dal 1974 al 1980 – abbiamo vissuto in questo palazzo una serie di ministri che si sono interfacciati esclusivamente con la politica agricola europea. Politica che è fondamentale, ma che era un alibi di fronte ad una serie di cose che non è certo Bruxelles che può risolvere: cementificazione, acqua, articolo 62. Il nostro paese con il Governo Monti torna ad avere una politica agricola nazionale”.
Nonostante ciò, un occhio del ministero resta sempre rivolto verso la Politica Agricola Comune. Secondo Catania sarà l’attuale presidente del Consiglio agricoltura dell’Ue, l’irlandese Simon Coveney, a chiudere la riforma. “abbiamo diverse convergenze importanti – ha puntualizzato il ministro uscente – che ci troneranno utili nel cloi del negoziato”.
Silvia Soligon