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Ogm, in Brasile colture aumentate del 14% in un anno

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Un aumento del 14% rispetto a solo un anno fa nella produzione di soia, mais e cotone geneticamente modificato: è la percentuale raggiunta dal Brasile secondo le stime di Celeres, un istituto di analisi e consulenza focalizzato sul settore agroalimentare brasiliano. In particolare dai dati raccolti dall’istituto emerge che quasi l’89% del raccolto brasiliano di soia – che potrebbe diventare il più grande raccolto del mondo di questo vegetale – è stato piantato con semi geneticamente modificati. E nell’ottobre scorso l’Unione europea  ha approvato l’importazione di granturco geneticamente modificato prodotto dalla Syngenta AG per uso in alimenti e mangimi, aprendo la strada per maggiori importazioni di mais dal Brasile.

 


In Brasile la capacità di incrementare la produzione di determinate colture, tra cui su tutte spiccano soia e mais, è risultata particolarmente importante, in quest’ultima stagione, poiché quest’anno la peggiore siccità mai riscontrata in 56 anni ha causato gravi danni alle colture degli Stati Uniti, spingendo i prezzi di soia e mais a livelli record nel mese di settembre, quando i contadini brasiliani hanno iniziato a seminare. «L’incremento – spiegano gli analisti della Celeres – è avvenuto principalmente a causa dei prezzi di mercato favorevoli per il raccolto 2012/13, così come per la disponibilità delle sementi adatte alle regioni di produzione».

 

 

Le biotecnologie in generale, e gli organismi geneticamente modificati (Ogm) in particolare, possono favorire l’aumento della produzione, consentendo alle colture di resistere a erbicidi e parassiti e di diventare più resistenti alla siccità. Alcuni Paesi però, soprattutto in Europa, hanno dato vita a un certo ostruzionismo nei confronti della diffusione degli Ogm per le temute ripercussioni che dall’utilizzo dei semi transgenici possono aversi sulla salute pubblica e sull’ambiente. Restrizioni che, spiegano dalla Celeres, sarà sempre più difficile rispettare con i Paesi in via di sviluppo che richiedono sempre più cibo per soddisfare una popolazione in continua crescita.

 

Foto: Pixabay

Miriam Cesta