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Assalzoo, mangimi “su misura” per i suini. Obiettivo: salumi e carni di qualità

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Un settore in continua crescita nonostante le difficoltà del comparto zootecnico: la produzione nazionale di mangimi composti destinati alla suinicoltura ha raggiunto i 3,5 milioni di tonnellate nel 2011, con una crescita del 6,8% rispetto all’anno precedente, rafforzando la posizione di questo importante comparto della zootecnia italiana. Secondo le stime di ASSALZOO – l’Associazione Nazionale che rappresenta le industrie che producono alimenti per animali – rispetto alla produzione complessiva di mangimi realizzata nel nostro Paese di oltre 14, 5 milioni di tonnellate, quelli destinati all’allevamento dei suini si attestano al terzo posto con il 23,8% dopo quelli per volatili (39,3%) e quelli per bovini (25,9%).

Un settore in continua evoluzione, quello dell’alimentazione dei suini. «Negli ultimi 20 anni si è passati dall’alimentazione tradizionale basata su pochi alimenti, tra i quali il “pastone” di mais, l’orzo, la farina di estrazione di soia, la crusca di frumento e il siero di latte, oltre a minerali e vitamine, a una dieta più ricca di alimenti e più attenta alle esigenze nutritive del suino», spiega G. Matteo Crovetto, docente di Nutrizione e Alimentazione Animale all’Università degli Studi di Milano. «I prodotti utilizzati oggi – distillati dei cereali, derivati del latte, sottoprodotti del mais, della molitura del frumento e dell’industria alcolica e dolciaria, lieviti, ecc.- conferiscono fibre, proteine ed energia nelle giuste dosi in base al peso dell’animale. A questi vengono poi aggiunti specifici enzimi che favoriscono la digestione e l’assorbimento dei principi nutritivi e farine proteiche alternative (come la farina di pisello) o singoli aminoacidi per bilanciare l’apporto proteico e aminoacidico».

Produrre mangimi per suini basati su un livello di proteine adeguato per soddisfare i fabbisogni aminoacidi dell’animale nelle diverse fasi di allevamento significa migliorare la digestione di questi animali, non più appesantita dalle proteine in eccesso, con conseguenti diversi benefici. «Il primo beneficio è per l’animale, poiché l’eccesso di proteine fa male alla salute», spiega Crovetto. «Il secondo è per l’ambiente, perché una dieta più bilanciata determina una quantità inferiore di deiezioni e quindi un rilascio inferiore di azoto nell’ambiente. Il terzo beneficio è per l’allevatore, perché il maiale, non dovendo digerire proteine in eccesso – meccanismo catabolico che richiede energia – cresce di più».

Sono traguardi importanti – ribadisce Assalzoo – che confermano il grande impegno delle aziende produttrici di alimenti per animali nel favorire lo sviluppo del settore suinicolo, che rappresenta un punto di eccellenza della zootecnia italiana: l’obiettivo è garantire la salute e la qualità degli animali allevati per poter ottenere prodotti di qualità sempre più elevata, dal prosciutto ai salumi, dalla mortadella fino alle carni, che sono da sempre tra i prodotti del ‘Made in Italy’ alimentare che riscuotono più successo in campo internazionale.

red.