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Cibo, acqua, energia: tre orizzonti per una crescita sostenibile

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Il nostro Pianeta è a una svolta, che può essere compiuta solo nel segno di un’assunzione di responsabilità. Garantire la produzione delle materie prime fondamentali per l’alimentazione – grano, mais, riso, orzo, soia – rispettando l’equilibrio ambientale e le risorse disponibili, energia e acqua: è questa la grande sfida che l’uomo, insieme alle attività più antiche del suo ingegno, l’agricoltura e la zootecnia, segni di un più grande mistero di intelligenza, è chiamato ad affrontare nei prossimi anni. Forse la crisi economica, con le sue esigenze concrete, ci fa dimenticare questo problema di fondo. Sono perciò contento di poter presentare il percorso di lettura di questo numero di Mangimi&Alimenti, che rappresenta un itinerario di riflessioni sulle necessità dell’uomo moderno, tutt’altro che in contraddizione con il messaggio di fede e speranza cristiana.


La scienza contro la fame nel mondo
Le oscillazioni al rialzo del prezzo dei cereali e la loro scarsa disponibilità in rapporto alla crescita della popolazione mondiale, che è oggi arrivata ai 7 miliardi, sono una delle più gravi minacce alla sicurezza alimentare e all’approvvigionamento di cibo su scala globale. Nel biennio 2010-2011 l’aumento dei costi degli alimenti ha costretto a vivere nella povertà estrema quasi 70 milioni di persone, che si vanno ad aggiungere al miliardo di persone che nel mondo soffrono la fame. Come ho ripetuto nella mia conversazione con Cosimo Colasanto, bisogna “preparare il futuro perché, aiutati dalla fede e dalla scienza, abbiamo la possibilità di dare al Pianeta uno sviluppo sostenibile”.
A svolgere un ruolo-chiave in questo percorso è la scienza, giacché l’uomo mediante il pensiero, questa facoltà di “diventare e di fare tutte le cose” (Aristotele, 430 a 14 s.), ha la capacità di dare alla terra quello sviluppo sostenibile, che assimilando e imitando la natura vegetale nel rispetto delle sue leggi, riesca a farne una verità che diviene un suo bene proprio, pur essendo in potenza, per la sua universalità, il bene di tutti. Paolo VI diceva che lo scienziato “dev’essere animato dalla fiducia che la natura nasconde delle possibilità segrete, che spetta all’intelligenza scoprire e mettere in atto, per giungere allo sviluppo che è nel disegno del Creatore”.
È quindi decisivo non lasciarsi prendere da pregiudizi antiscientisti, perché “il chicco di grano è un prodotto creato da Dio secondo i meccanismi della natura, che l’uomo oggi è capace in parte di imitare. Bisogna quindi unire due cose, il rispetto per la legge naturale e lo sviluppo secondo le possibilità positive che la natura offre”.

 

Acqua
Uno dei temi principali per uno sviluppo sostenibile è quello dell’acqua. Alterare il sistema dell’acqua, che passa da liquida a gassosa e a solida in un ciclo mirabile che permette la vita, significa alterare tutte le altre forme biologiche della natura. Oggi sappiamo che il “clima antropico”, termine coniato dalla Pontificia Accademia delle Scienze per indicare l’impatto delle attività umane basate sull’uso dei combustibili fossili a danno dell’ecosistema globale, è la causa di profondi deterioramenti del ciclo dell’acqua. Si tratta di un allarme globale: entro il 2050 due persone su tre vivranno in zone a rischio siccità. Perciò, è più che mai necessario un corretto utilizzo delle risorse idriche per un’efficace capacità di produzione alimentare. La maggior parte delle risorse di “oro blu” non si perdono in agricoltura, ma nella distribuzione domestica e negli acquedotti colabrodo (in Italia il 47% dell’acqua potabile viene sprecata a causa delle carenze di strutture fatiscenti e in attesa di manutenzione, a causa di incuria e distribuzione antieconomica). Le soluzioni? Occorre ridurre gli sprechi e dar vita ad una rete idrica più efficiente, ma anche cercare di tenere sotto controllo il problema del riscaldamento globale. E in agricoltura? Anche in questo caso la scienza indica alcune soluzioni: piante che crescono in condizioni estreme. L’obiettivo è lo sviluppo di varietà vegetali in grado di utilizzare più efficacemente l’acqua fino a due o tre volte, ottenendo colture che resistono anche a condizioni di grave siccità. Le economie emergenti del Bric – Brasile, Russia, India e Cina -, per non dimenticare l’Argentina, stanno facendo “passi in avanti” su questa strada e anche i Paesi dell’Africa subsahariana chiedono a noi un nuovo corso. Bisogna fare presto, lo reclamano le emergenze umanitarie di oggi e quelle del futuro.

 

Energia
In questo clima di rinnovata attenzione alla sostenibilità ambientale, occorre una pausa di riflessione sui modelli di sviluppo futuri. È necessario che l’uomo torni progressivamente a utilizzare i suoi amici di sempre, cioè l’energia del vento (eolica), dell’acqua e del sole. Le altre forme di energia, sia quella fossile che produce il riscaldamento globale, sia quella nucleare, che è imprevedibile nelle sue conseguenze e lascia delle scorie impossibili da smaltire, sono ogni volta più problematiche. Come sappiamo, molti paesi illuminati, come la Germania, la Svizzera, e l’Italia, stanno su questa linea. Tuttavia, è necessario investire in ricerche al fine di ottenere un maggior rendimento energetico da queste fonti rinnovabili. Oggi sappiamo, per esempio, che le piante utilizzano l’energia solare nel processo di fotosintesi in un modo più intensivo di quanto non immaginassimo. In questo senso, dobbiamo imparare dalle piante a utilizzare l’energia del sole che, come già dicevano gli antichi, è la fonte principale di tutte le energie della terra.

Marcelo Sánchez Sorondo,
Cancelliere della Pontificia Accademia delle Scienze

Foto: Pixabay

 

Marcelo Sánchez Sorondo