Home Attualità Gilberto Corbellini: “Ogm controllati. Non c’è una sola prova che siano pericolosi...

Gilberto Corbellini: “Ogm controllati. Non c’è una sola prova che siano pericolosi per la salute”

797
0

“Tutti gli organismi sono geneticamente modificati (dall’evoluzione) e tutti quelli coltivati dall’uomo, dopo la scoperta dei meccanismi dell’ereditarietà, lo sono per definizione. Non esiste una sola prova scientifica che gli Ogm siano più pericolosi per la salute di qualunque organismo ottenuto con procedure tradizionali”. La pensa così Gilberto Corbellini, ordinario di Storia della medicina e docente di Bioetica a “La Sapienza” Università di Roma, a proposito degli organismi geneticamente modificati. Un argomento a cui è sensibile perché, come lui stesso racconta, “fino a 21 ho lavorato anche come agricoltore”. E dice che, più che di organismi “geneticamente modificati”, sarebbe giusto parlare di organismi “geneticamente migliorati”.

 

1) Quali sono le alterazioni genetiche che rendono un vegetale Ogm?

 

“Ogm” sta per organismo geneticamente modificato. È un’espressione talmente generica da essere quasi priva di significato: tutti gli organismi sono geneticamente modificati (dall’evoluzione) e tutti quelli allevati/coltivati dall’uomo, dopo la scoperta dei meccanismi dell’ereditarietà, lo sono per definizione. Il termine viene comunque usato per riferirsi a un organismo il cui materiale genetico è stato alterato mediante tecniche di ingegneria genetica, ovvero usando procedure che consentono di modificare i geni e di trasferire del Dna da un organismo all’altro in modo mirato: da questo punto di vista gli Ogm sono organismi “geneticamente migliorati” più che “geneticamente modificati”, in quanto le tecnologie dell’ingegneria genetica consentono di inserire in un organismo di interesse commerciale geni specifici che ne possano migliorare le caratteristiche senza dover ricombinare interi genomi – cosa che accade con le tradizionali procedure di incrocio, con la conseguenza che gli organismi ottenuti tradizionalmente subiscono modificazioni imprevedibili o non controllate.

 

2) Gli Organismi geneticamente modificati sono pericolosi per la salute?

 

Non esiste una sola prova scientifica che gli Ogm siano più pericolosi per la salute di qualunque organismo ottenuto con procedure tradizionali, cioè diverse dall’ingegneria genetica. Del resto gli Ogm passano attraverso approfonditi controlli di tossicità non diversi da quelli previsti per la commercializzazione dei farmaci. Controlli che non vengono effettuati, invece, sugli organismi vegetali ottenuti mediante le tecniche di incrocio tradizionali, nonostante si possa constatare attraverso l’analisi cromosomica che gli incroci tradizionali provocano profonde disorganizzazioni del materiale genetico.

 

3) Ma le tecniche di incrocio tradizionali sono considerate più naturali, e quindi più sicure.

 

Questo non è vero perché nell’agricoltura, in generale, non c’è niente di naturale e sicuro. L’agricoltura è un’invenzione umana di circa 10mila anni fa, e fino a quando la scienza non ha fornito le conoscenza genetiche e chimiche utili le coltivazioni agricole non fornivano alcuna garanzia di né di resa né, tantomeno, di qualità.

 

4) Cosa pensa del rapporto tra Ogm e opinione pubblica?

 

All’opinione pubblica degli Ogm non importerebbe nulla, e non gliene è importato nulla fino a quando non sono diventati strumento di battaglia politica. Nel mio archivio conservo articoli pubblicati su L’Espresso a fine anni Ottanta in cui si elogiavano gli Ogm perché avrebbero consentito di ridurre l’uso della chimica, erbicidi e fertilizzanti, e quindi l’inquinamento ambientale. Cosa che è successa, e ampiamente documentata in termini di riduzione dell’uso dei fertilizzanti e dell’impatto ambientale e sanitario dei pesticidi, nei paesi che li coltivano da almeno vent’anni. Agli inizi degli anni Novanta gli Ogm sono diventati uno dei cavalli di battaglia degli ambientalisti per rilanciarsi politicamente, e in Italia questa situazione è stata sfruttata da alcuni cartelli commerciali che ne hanno tratto vantaggi per alcuni settori di nicchia soffocando però, in questo modo, la ricerca e il mercato, cioè annientando la competitività della ricerca e dell’agricoltura italiana. Un’operazione di censura e protezionismo che non è stato difficile condurre in un paese dove la comunicazione è manipolata, dove cioè i conduttori televisivi o i direttori di quotidiani e riviste decidono a priori la posizione che deve prevalere, e dove non c’è fiducia verso chi governa e amministra. Senza contare gli elevati indici di analfabetismo per quanto riguarda il modo di funzionare della ricerca scientifica. Insomma, non è stato difficile far credere a circa la metà dei cittadini che gli Ogm sono pericolosi o dannosi, alimentando come unico argomento che sono qualcosa di innaturale.

 

5) I prodotti biologici, considerati più “naturali”, sono ritenuti più salutari.

 

Ma l’agricoltura è tutta innaturale! E non è paradossale dire che quanto più è innaturale tanto più è sicura, perché contiene più conoscenze e quindi più controlli. Eppure i consumatori cercano i prodotti biologici credendo, per ignoranza, che siano più sicuri perché sarebbero più naturali. Mentre non è vero. Comunque, se si leggono attentamente alcuni recenti ricerche sulla disponibilità dei consumatori a comprare cibi derivati da Ogm, se può constare che in diversi paesi europei c’è disponibilità delle persone a comprarli se costano meno. Tra meno di dieci anni Ogm e non Ogm saranno normalmente in commercio e ognuno sceglierà liberamente cosa comprare.

 

6) Pensa che sia sbagliato l’approccio con cui si affronta l’argomento “Ogm”?

 

Non è che sia sbagliato il modo in cui si affronta l’argomento. Non c’è un modo giusto perché, comunque, davanti a certe novità è il contesto che impone i modi di trattare un argomento. Ritengo che sia certamente sbagliato il modo in cui si arriva a decidere se gli Ogm devono essere coltivati o no: in un sistema economico liberale, e anche secondo la nostra Costituzione, non si può vietare un’attività economica se non ci sono le prove empiriche che può causare danni alla salute e all’ambiente. Ora queste prove non ci sono e, quindi, è incostituzionale vietare agli agricoltori di coltivare Ogm sui terreni di loro proprietà. Il governo e i rappresentati politici sono tenuti ad applicare la legge, e quindi a controllare se le coltivazioni Ogm comportano dei rischi. Rischi che non ci sono, ovvero che riguardano aspetti del tutto irrilevanti e sono largamente accettabili a fronte dei benefici che si potrebbero ricavare dall’uso degli Ogm in agricoltura.

Peraltro, siccome in Italia si importano mangimi derivati da Ogm e che vengono usati tranquillamente nelle filiere DOP e IGP, si penalizza di fatto una parte economicamente importante dell’agricoltura italiana, che potrebbe produrre in loco mangimi a prezzi competitivi. È chiaro poi che, essendo oggi gli agricoltori italiani un numero esiguo – nel senso che non sono più quel bacino imponente di voti degli anni ’50, ’60 e ’70 – diventano facilmente ricattabili, e i politici preferiscono sintonizzarsi sulle paranoie ridicole dei cittadini, alimentate da ideologie ambientaliste pericolosamente cariche di irrazionalismo.

 

7) Secondo lei gli Ogm sono un’opportunità o un rischio?

 

Innanzitutto sono sicuri, perché a monte c’è un sistema di conoscenze e una tecnologia imponente e affidabile. Proviamo a chiederci come mai ci fidiamo dei telefonini, dei forni a microonde e di tutte le complesse tecnologie informatiche che sono davvero quanto di più innaturale esista: sono sicure proprio perché inventate e controllate attraverso procedure scientifiche, e la stessa cosa vale per gli Ogm. Inoltre, i contadini che usano Ogm nel mondo sono quasi 15 milioni e queste coltivazioni saranno tra meno di una generazione prevalenti su tutto il pianeta. E non attraverso un cospirazione mondiale, ma perché i contadini si rendono direttamente conto dei vantaggi e i consumatori non trovano differenze sul piano della sicurezza e della qualità.

Ebbene, perché assecondare un istinto conservatore che condiziona e condizionerà, in Italia, il futuro dei nostri figli, consegnandogli un paese che sarà marginale in settori tecno-scientifici ed economici strategici per mantenere livelli di reddito comparabili a quelli degli altri paesi sviluppati?

 

 

Marzo – Aprile 2011

Foto: Pixabay

red.