Il 2016 si è aperto con un’ulteriore flessione dei prezzi agricoli. A gennaio l’Indice dei prezzi agricoli all’origine elaborato da Ismea (Istituto di servizi per il mercato agricolo alimentare) si è attestato su un valore di 108 (2010=100), registrando un decremento del 3,5% rispetto a dicembre e del 7,9% rispetto al mese di gennaio 2015.
In leggero rialzo, invece, l’Indice “core” – calcolato senza includere i prodotti ortofrutticoli, che rappresentano le componenti meno stabili del mercato –, che ha raggiunto 111,7 (2010=100), lo 0,2% in più rispetto al mese precedente. Tuttavia, il confronto con gennaio 2015, evidenzia un calo del 5,5%.
Rispetto a dicembre le quotazioni del comparto zootecnico appaiono generalmente invariate. Recuperano i listini del bestiame vivo (+0,6%) e i prodotti lattiero-caseari (+0,2%), mentre le uova fresche perdono il 7,4%.
I prezzi del settore vegetale scendono complessivamente del 6,4% rispetto al mese precedente. A trainarli verso il basso sono le flessioni dei listini degli ortaggi (-12,6%) e della frutta (-10,2%). Più lieve il calo registrato dai vini (-0,4%), che stentano a riprendere slancio dopo il positivo avvio di campagna. Recuperano, invece, le quotazioni degli oli d’oliva (+2,8%). In leggero rialzo i semi di soia (+0,3%), mentre le quotazioni dei cereali restano stabili.
L’Ismea comunica che, su base annua, la riduzione complessiva dell’indice (-7,9%) risente di una flessione più marcata per il comparto delle colture vegetali (-12,1%), rispetto all’aggregato zootecnico (-2,4%). Più nel dettaglio, scendono tutte le coltivazioni, con ribassi compresi tra meno 27,9% per gli oli d’oliva e meno 2,6% per i vini. Nel settore zootecnico, guidano i ribassi le uova (20,3%), seguite dal bestiame vivo (-2,4%) e dai lattiero caseari (-0,4%).
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