A gennaio il prezzo medio nazionale del mais si è attestato su 170,84 euro/t. È quindi rimasto stabile rispetto al mese precedente, ma ha registrato un aumento del 15% rispetto alla quotazione del mese di gennaio 2015, che si era attestata su 148,57 euro/t. Lo comunica l’Ismea (Istituto di servizi per il mercato agricolo alimentare) nel rapporto “Mais e soia: tendenze e dinamiche recenti”.
Anche il prezzo della soia, venduta a 344,96 euro/t, ha mostrato a gennaio un timido aumento su base congiunturale (+ 0,3%), ma resta su livelli più bassi rispetto a gennaio 2015 (-3,5%). In ribasso le quotazioni delle farine di soia, scese a 331,03 euro/t (-1,8% rispetto al mese precedente e -19,3% rispetto a gennaio 2015).
L’Ismea evidenzia che l’offerta mondiale di mais nel 2015 ha raggiunto i 969 milioni di tonnellate, segnando un lieve arretramento (-5%), dopo il record del 2014. In particolare, si è verificata una flessione dei raccolti negli Usa, nell’Unione Europea, in Ucraina e in Argentina. I consumi di mais, anch’essi in flessione, sono comunque stati superiori all’offerta, determinando una lieve contrazione delle scorte.
Lo scorso anno i raccolti di soia sono rimasti sostanzialmente stabili, attestandosi su 321 milioni di tonnellate. L’unico calo degno di nota è stato rilevato in Argentina.
I raccolti nazionali di mais nel 2015 hanno raggiunto poco più di 7 milioni di tonnellate (-24% sul 2014), a causa del calo delle superfici coltivate, penalizzate dalle quotazioni all’origine della granella e dei rendimenti ad ettaro. Ad avvantaggiarsi della flessione del mais è stata in gran parte la soia, le cui superfici hanno sfiorato i 309 mila ettari. Tuttavia, l’esito produttivo non è stato altrettanto soddisfacente, a causa della flessione delle rese.
L’Ismea prevede che l’attuale campagna di commercializzazione di mais e soia dovrebbe proseguire senza evidenti tensioni dei prezzi. Per la prossima stagione 2016/17, invece, l’aggiornamento Igc (25 febbraio 2016) prospetta una crescita di circa l’1% delle superfici mondiali, che raggiungerebbero i 180 milioni di ettari circa. Per quanto riguarda l’Italia, le “Intenzioni di semina” delle principali colture erbacee nel 2015/16, diffuse dall’Istat, evidenziano un’ulteriore contrazione del 3,9% annuo delle superfici destinate al mais e del 3,2% di quelle dedicate alla semina della soia.
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