Lo scorso marzo la filiera maidicola si è compattata attorno a un Accordo quadro che può rappresentare un punto di svolta per la cerealicoltura italiana. Promotrice dell’intesa è stata Assalzoo, che ha chiamato a raccolta le organizzazioni che rappresentano gli altri segmenti della filiera agroalimentare. Per le prossime tre campagne maidicole, pertanto, sarà possibile stipulare contratti di secondo livello per il mais da granella di filiera italiana certificata. Con Assalzoo hanno sottoscritto l’accordo Cia, Confagricoltura, Copagri, Ami, Compag, Aires, Assosementi e Origin Italia. Su Mangimi & Alimenti l’analisi di Fabio Manara, presidente di Compag, Federazione nazionale delle rivendite agrarie.
Che significato ha per la maiscoltura italiana l’Accordo quadro di filiera?
L’Accordo quadro per il mais da granella di filiera italiana certificata è un tentativo di rilancio della maiscoltura italiana destinata all’alimentazione animale. Di recente stipula, l’Accordo quadro è partito due anni fa con l’intento di bilanciare la maiscoltura italiana e salvaguardare il prodotto tipico Dop che, per essere considerato tale, deve avere almeno il 51% (in deroga) di alimentazione fatta con prodotto nazionale. Oggi però, con le sopravvenute condizioni conseguenti al Covid-19, le prospettive dell’Accordo quadro sono radicalmente cambiate. Mentre prima della pandemia, infatti, l’Unione Europea pensava di poter importare il prodotto mancante per il fabbisogno interno di ogni Paese, ora ognuno tende a trattenere le produzioni. Si pensi alla Russia che ha chiuso le frontiere, alla Romania che sta limitando le esportazioni o, ancora, all’Asia che trattiene il riso in quanto suo prodotto primario. Considerato che in Italia negli ultimi dieci anni è stata quasi dimezzata la superficie coltivata a mais, se oggi andiamo a togliere quanto usato per la trasformazione in energia resta ben poca granella per l’uso zootecnico.
Quali saranno le possibili ricadute sull’agroalimentare italiano?
Le ricadute ci saranno di sicuro, sia in termini di aumento dei prezzi del mais che di disponibilità di prodotto, ma ne scaturirà anche una presa di coscienza sull’importanza della produzione agroalimentare italiana. Lo scopo dell’Accordo quadro non riguarderà più soltanto la salvaguardia del prodotto tipico, ma dell’intera produzione agricola in un’ottica di maggiore autosufficienza.
redazione