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Acquacoltura: in Europa il 20% del pesce è di allevamento

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Nella filiera produttiva sono direttamente impiegate più di 80.000 persone nella sola Unione Europea, e il dato è destinato a crescere. La produzione di pesce allevato è di circa 1,25 milioni di tonnellate, più del 20% della produzione totale dell’Unione Europea, per un valore complessivo di 3,6 miliardi di euro: sono i numeri dell’acquacoltura in Europa, un settore che copre circa l’1,5% in termini di volume e poco meno del 4% in termini di valore della produzione totale a livello mondiale. I dati arrivano da un documento redatto dalla Commissione Europea sull’andamento dell’acquacoltura nell’Unione Europea: un argomento piuttosto attuale, se si considera che gli europei rappresentano il principale mercato di consumo di prodotti ittici al mondo con 12,3 milioni di tonnellate consumate nel 2011 (consumo pro-capite pari a 24,5 kg all’anno).

 

Tra gli argomenti trattati nel documento, la salubrità e la sicurezza del pesce di allevamento. L’Unione Europea sottolinea che la normativa comunitaria fissa regole severe – tra cui i livelli massimi di contaminanti – affinché il pesce di allevamento che arrivi sulle tavole (europee e non solo) sia più che sicuro (i limiti sono gli stessi sia per i pesci d’allevamento che per quelli selvatici). Un rigoroso sistema di controlli, inoltre, assicura che sulle tavole europee arrivi solo cibo sano, indipendentemente dal fatto che venga prodotto in Europa o all’estero.

 

Un altro punto esaminato è il nodo acquacoltura-ambiente: nel documento redatto dalla Commissione Europea si legge che gli acquacoltori, come tutti i produttori di generi alimentari, sono vincolati da rigide norme ambientali e sanitarie (le regole ambientali dell’UE, in particolare, sono tra le più rigorose al mondo): come ogni altra attività gestita dall’uomo, infatti, l’acquacoltura deve essere condotta in modo sostenibile e responsabile. Ad esempio è importante, si legge nel documento, che gli acquacoltori svolgano un ruolo di tutela dell’ambiente inteso in senso ampio assicurandosi che le vasche impiegate per l’acquacoltura contribuiscano a preservare il paesaggio naturale e l’habitat per gli uccelli selvatici e per le altre specie in via di estinzione che vivono nei dintorni delle vasche, affinché la presenza degli impianti turbi il meno possibile il corso della natura.

 

Foto: Pixabay

Miriam Cesta