I recenti sviluppi generati dalle nuove acquisizioni in materia di nutrizione e alimentazione del cavallo sportivo possono contribuire ad orientare le scelte del settore mangimistico equino. Alla luce infatti della necessità di fornire un supporto dietetico alla gestione del cavallo atleta, non solo in termini di performance sportive, ma anche in termini di mantenimento delle condizioni di salute e benessere dell’animale, attraverso la pratica alimentare e la somministrazione di formulazioni dietetiche dedicate, si è portati fortemente a credere nella necessità di dover adeguare quelli che sono gli attuali aspettimanageriali del cavallo sportivoalla sempre più approfondita conoscenza dei fattori (tra cui quelli dietetici) che intervengono nell’insorgenza di più o meno note “sindromi” finora, con contorni per così dire sfumati.
In termini più generali, tra gli aspetti legati alla salute e al benessere del cavallo atleta noti agli addetti del settore che al momento riscuotono un certo interesse, figurano alcune problematiche direttamente e indirettamente connesse tanto alla pratica alimentare quanto alla tipologia dell’alimento impiegato, in misura variabile alla presenza di cofattori aziendali che possano essere in grado di amplificare o mitigare tali effetti. La combinazione quindi di tali fattori, che possono condurre all’insorgenza e alla prevalenza di queste sindromi, diffuse in cavalli di qualsiasi razza e di qualsiasi età, secondo una logica ormai riconosciuta come multifattoriale, si concretizza in una serie di sintomatologie, non in ultimo, in un calo delle performance sportive per effetto delle condizioni generali non ottimali dell’atleta.
In particolar modo nel cavallo sportivo, qualsiasi sia la disciplina equestre, la performance dell’esercizio sottende una buona predisposizione fisica per l’esecuzione biomeccanica e cinetica dell’esercizio, nonché psicomotoria per l’instaurazione salda del binomio cavallo-cavaliere,fondamentali per la riuscita della performance.
Tanto la pratica di condizionamento che di allenamento, influenzano quotidianamente alcune funzioni fisiologiche del cavallo durante la propria vita agonistica, non in ultimo dal punto di vista digestivo. Per meglio affrontare le tematiche più strettamente alimentari, è opportuno ricordare alcune peculiarità del cavallo dal punto di vista nutrizionale e funzionale, che possono fortemente impattare sull’efficienza digestiva e pertanto sull’utilizzazione dei nutrienti presenti nella dieta.
Senza entrare nel dettaglio del significato trofico che la dieta bilanciata in termini di concentrazione energetica e di composizione analitica dei nutrienti ha per il cavallo in relazione al proprio mantenimento e per il lavoro (o performance sportiva), si prenderanno in considerazione quei fattori della dieta che maggiormente predispongono ad una migliore funzionalità digestiva, o, per meglio dire, di utilizzazione dei nutrienti in relazione ai fabbisogni non solo nutrizionali ma anche funzionali.
Il cavallo, erbivoroselettivo di grossa mole, sorprende per le ridotte dimensioni del suo comparto gastrico in proporzione al volume relativo che lo stomaco (unico e ghiandolare) possiede, se paragonatoa quello posseduto dagli altri comparti dell’apparato digerente,nonché in proporzione alla propria mole. Un volume gastrico di questo tipo predispone ad una ridotta ma frequente assunzione della quantità di alimento, in piccoli boli distribuiti durante la giornata. In tale attività, la prensione dell’alimento è supportata da una crescita dentale continua (ipsodonte), ulteriormente accompagnata da una secrezione salivare e soprattutto gastrica basale di acido cloridrico pressoché continua. Proprio per effetto del volume relativo ridotto dello stomaco, l’assunzione dell’alimento, che in relazione alla forma fisica favorirebbe la naturale erosione dello smalto dentale attraverso la successione degli atti masticatori durante la giornata, comporterebbe uno stato di replezione basale dello stomaco contribuendo assieme alla secrezione salivare al tamponamento del pH del succo gastrico.
Tuttavia, in cavalli sportivi mantenuti in box, in cui l’assunzione dell’alimento è intermittente perché impegnati in allenamento o in competizione, tale continuità nell’assunzione dell’alimento non è sempre soddisfatta, mentre comunque risultano continue tutte le funzioni digestive. Pertanto, la crescita dentale e la secrezione gastrica continuano a prescindere dalla disponibilità dell’alimento o meno. Laddove quindi il cavallo si alimenti in maniera intermittente, risulta consigliabile disporre di alimenti che possano essere utili al ripristino e alla prevenzione dell’insorgenza di tali problematiche, tra cui si riconoscono traumi buccali per anomalie associate alla ridotta erosione dentale e ulcere gastriche, queste ultime meglio note con il nome di EGUS (dall’inglese, Equine GastricUlcerationSyndrome). Nella maggior parte dei casi, le EGUS possono risultare asintomatiche ma quando diagnosticate evidenziano ridotte condizioni di salute e di benessere e possono contribuire a spiegare segni non meglio attribuibili a manifeste condizioni di malessere. Se ricercate, però, le EGUS presentano una diffusione sorprendente. Recenti studi (Pfaff et al., 2015; Vondran et al., 2016; Andrews et al., 2017) mostrano come la prevalenza si attesti per oltre l’80% nei cavalli sportivi di diverse discipline equestri. Alla luce di tali numeri, appare non solo chiaro ma necessario dedicare una certa attenzione verso strategie che possono essere implementate grazie alle più recenti acquisizioni.
Tra le strategie note e tra quelle che risulterebberopromettenti dal punto di vista dietetico e che pertantopossano essere impiegate dal punto di vista mangimistico si riportano schematicamente gli effetti e le motivazioniqui di seguito:
– Forma fisica della dieta, comprendendo sia la struttura che la granulometria del mangime. Sebbene in origine fosse stata attribuita un’importanza relativa alla forma fisica della dieta per la prevenzione della EGUS del cavallo (che invece si è già mostrata un fattore importante nell’insorgenza delle ulcere gastriche del suino nella parte esofagea non ghiandolare, Möβler et al., 2010; Cappai et al., 2013), recentemente si riporta l’attenzione sulla modulazione dell’effetto “forma fisica della dieta”, soprattutto in relazione all’insorgenza delle ulcere a localizzazione pilorica (Vondran et al., 2016). Il ruolo della forma fisica risiede nella creazione di diversi gradienti di pH nelle diverse regioni dello stomaco. Anche per il cavallo si riportano osservazioni proprio legate alla prevalenza delle ulcere a livello pilorico (e non nella regione non ghiandolare come nel suino).
– Tipo di foraggio. Si considera opportuno scegliere il tipo di foraggio in relazione alla capacità tampone che questo possa avere sul livello di pH gastrico. Si suggerisce infatti che calcio e proteine, ricchi ad esempio nel fieno di medica, possano avere un effetto tampone sul pH del succo gastrico. In particolare, si è osservato che innalzando il valore di pH si limita la liposolubilità degli acidi grassi volatili nell’epitelio della mucosa non ghiandolare dello stomaco del cavallo, alcuni di questi con effetti sulla pompa del sodio trans membrana delle cellule della mucosa.
– Amido e carboidrati non strutturali. Nel dettaglio è stato visto che l’acido acetico comporta un disaccoppiamento della pompa del sodio delle cellule dell’epitelio non ghiandolare esponendo le cellule a rigonfiamento e danno.
– Probiotici. Dal punto di vista clinico, mediante esame endoscopico per l’ispezione della mucosa gastrica, è stato riportato come la capacità di guarigione spontanea dell’ulcera gastrica nel cavallosia nella pratica molto ridotta. Tuttavia è stato anche visto che batteri acido-tolleranti possono rallentare il processo guarigione dell’ulcera (E. coli per esempio). I lattobacilli, per contro,pare posseggano invece la funzione di aderire al fondo dell’ulcera e preservare dalla pullulazione di patogeni che rallentano il processo di guarigione.
– Supplementi dietetici. Complessi pectina-lecitina hanno la capacità di formare una barriera idrofobica capace di ridurre l’effetto istolesivo dovuto all’acido cloridrico del succo gastrico. A tal fine, la particolare composizione del surfactante a livello del margo plicatusdello stomaco del cavallo, sembra poter beneficiare della presenza del complesso pectina-lecitina, ai fini preventivi grazie alla ridotta esposizione della mucosa non ghiandolare al pHdel succo gastrico.
– Olii. Diversamente da altre specie animali e dall’uomo, nel cavallo la velocità di svuotamento gastrico non è tanto influenzata dai grassi, quanto semmai da diete ricche in carboidrati. L’aggiunta di olii vegetali (olio di mais per esempio) possono essere aggiunti nella dieta per gli effetti profilattici o di supporto terapeutico.
In virtù delle possibilità offerte dalle nuove acquisizioni, frutto delle osservazioni condotte sia nelle attività di campo che in condizioni sperimentali, si manifestano ulteriori spunti di innovazione e prospettive per il settore mangimistico nella pratica alimentare del cavallo sportivo, nell’ottica del mantenimento dello stato di salute e benessere anche attraverso la dieta.
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Maria Grazia Cappai – Dipartimento di Medicina Veterinaria – Università di Sa