I ricercatori dell’Università del Missouri stanno lavorando alla messa a punto di una nuova varietà di soia ad alto contenuto di acido oleico – un acido grasso monoinsaturo – destinata sia all’industria alimentare, sia per la produzione di biodiesel, lubrificanti e cosmetici. “Sarà una soia migliore”, ha dichiarato Grover Shannon, coautore del progetto, che ormai da anni sta cercando di ottenere una soia a basso contenuto di grassi trans dannosi per la salute, che la Food and Drug Administration statunitense ha intenzione di mettere al bando dai cibi processati. La varietà cui sta lavorando Shannon, che secondo le previsioni dovrebbe essere disponibile per il 2016, non conterrà questo tipo di grassi e potrà competere sul mercato con altri oli, come quello di girasole e quello di colza.
I ricercatori hanno già identificato i geni su cui agire, tutte varianti già presenti in natura. “Ora possiamo procedere più velocemente”, ha sottolineato Shannon, il cui prossimo obiettivo è migliorare le rese della soia ad alto contenuto di acido oleico. L’esperto non è però l’unico interessato a questo tipo di pianta. Jim Orf, docente dell’Università del Minnesota, sta lavorando a una varietà ad alto contenuto di acido oleico adatta ai climi delle regioni più a nord del Midwest, ma anche alla coltivazione in North e South Dakota, che dovrebbe essere pronta per le prime semine nel 2017.
Il settore privato è più avanti da questo punto di vista. La soia Vistive Gold di Monsanto, da cui si ottiene un olio povero di grassi polinsaturi e ricco di grassi monoinsaturi, sarà coltivato in Ohio, Indiana e Michigan già nel 2014.
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Silvia Soligon