L’Organizzazione per l’alimentazione e l’agricoltura delle Nazioni Unite (Fao) ha sviluppato uno strumento, chiamato WaPOR, capace di misurare l’efficacia dell’utilizzo dell’acqua in agricoltura. Si tratta di un data-base ad accesso libero, che utilizza i dati satellitari forniti in tempo reale da Google Earth, per monitorare la produttività dell’acqua nei campi agricoli. Grazie a questo strumento, gli agricoltori potranno ottenere rendimenti più affidabili e ottimizzare i propri sistemi d’irrigazione.
“L’uso dell’acqua continua ad aumentare mentre i cambiamenti climatici, che aumentano la frequenza degli episodi di siccità e di temperature estreme, riducono la disponibilità di acqua per l’agricoltura – osserva Maria Helena Semedo, Vice-Direttore Generale della FAO -. Questo induce a tenere sotto controllo le risorse idriche, sottolineando l’importanza di soddisfare le crescenti esigenze alimentari aumentandone l’efficienza”.
WaPOR consente di analizzare l’acqua utilizzata nei sistemi agricoli, generando prove empiriche su come potrebbe essere utilizzata in modo più produttivo. Nello specifico, elabora i dati satellitari e utilizza la potenza di calcolo di Google Earth per visualizzare mappe che mostrano la quantità di prodotti che si possono ottenere con ogni metro cubo di acqua utilizzata. Le mappe possono essere aggiornate ogni dieci giorni e la loro risoluzione può andare da 30 a 250 metri.
Lo strumento fornisce valutazioni dettagliate che possono aiutare a monitorare il funzionamento di un insieme selezionato di sistemi di irrigazione. Inoltre, può favorire lo sviluppo di piani di modernizzazione. WaPOR è stato sviluppato per aumentare la produttività agricola dei paesi che hanno pochi bacini fluviali e scarse risorse idriche. Pertanto, attualmente copre i paesi dell’Africa e del Medio Oriente che dovranno affrontare per primi siccità e scarsità d’acqua. Ma presto saranno disponibili anche i dati relativi a Benin, Burundi, Egitto, Etiopia, Ghana, Giordania, Kenya, Libano, Mali, Marocco, Mozambico, Ruanda, Sud Sudan, Tunisia, Uganda, Cisgiordania, Striscia di Gaza e Yemen. A partire da ottobre, i dati forniti saranno ancora più dettagliati e riguarderanno aree pilota in Libano, Etiopia e Mali.
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