Home Economia Agroalimentare italiano, Crea: forte crescita nel 2022. Buoni segnali dal 2023

Agroalimentare italiano, Crea: forte crescita nel 2022. Buoni segnali dal 2023

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Il 2022 rimarrà impresso come un anno da record per il commercio agroalimentare italiano, con esportazioni che, avvicinandosi ai 60 miliardi di euro (+16%), hanno segnato un aumento significativo. Continuano a crescere anche le importazioni che hanno toccato quasi i 63 miliardi di euro (+29,3%). Questi dati emergono dal Rapporto 2022 sul commercio estero dei prodotti agroalimentari del CREA Politiche e Bioeconomia, con i dati dei primi sei mesi del 2023 che mostrano un ulteriore aumento degli scambi in valore, seppur più contenuto rispetto al 2022. La crescita percentuale delle esportazioni e delle importazioni agroalimentari è in linea con il 2022, con incrementi rispettivamente dell’8,4% e dell’8,9%, superando i valori record di 31 miliardi di euro per le esportazioni e circa 33 miliardi per le importazioni.

“Il mondo ha fame e sete d’Italia. La nostra Nazione è sinonimo di qualità. Lavoriamo per difendere, tutelare e valorizzare le eccellenze agroalimentari che generano ricchezza. Abbiamo candidato la cucina italiana a patrimonio Unesco, raccontando un sistema di valori, sapori e tradizioni, e combattiamo il mercato del falso che sottrae alla nostra economia miliardi di euro. In ambito europeo ci opponiamo con fermezza ai casi di evocazione di Indicazioni Geografiche italiane. Difendere il nostro patrimonio significa difendere l’Italia”: ha commentato così il rapporto del CREA il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida.

Il successo del Made in Italy

Il Made in Italy agroalimentare ha evidenziato una performance eccezionale, con una crescita delle esportazioni del 14,4% nel 2022, superiore al biennio precedente. Protagonisti di questa crescita sono i prodotti trasformati, in particolare la pasta e le conserve di pomodoro. Le esportazioni italiane hanno mostrato una crescita generalizzata nel 2022, coinvolgendo quasi tutti i principali mercati e prodotti. Le mele sono state un’eccezione, con un calo sia in valore (-2,1%) sia in quantità (-3,6%), così come i vini rossi Dop, che nascondono contrazioni dei volumi esportati.

Le esportazioni del Made in Italy agroalimentare hanno quasi raggiunto i 43 miliardi di euro nel 2022, con una crescita di oltre il 14%. La pasta ha registrato un’impennata del 38% in valore, insieme alle conserve di pomodoro (+28%). Crescite significative sono state osservate anche per olio di oliva e caffè torrefatto, entrambi oltre il 20%. Se le esportazioni in quantità di vini rossi Dop hanno registrato una contrazione del 10%, altre tipologie di vini hanno compensato questa diminuzione.

Nel 2022 l’UE ha rappresentato il 58% delle vendite all’estero dell’Italia e il 68% degli acquisti, con una lieve diminuzione rispetto al 2021. Nonostante la Brexit, le esportazioni verso il Regno Unito sono aumentate di oltre il 13%, mentre il conflitto ha comportato una contrazione dei flussi verso Russia e Ucraina. Il Nord America ha mantenuto la sua posizione di principale mercato extraeuropeo, con gli Stati Uniti primi clienti dell’Italia per prodotti come l’olio di oliva extravergine e gli spumanti Dop. L’Asia ha svolto un ruolo cruciale, rappresentando il 9% delle importazioni agroalimentari italiane.

Importazioni, l’Asia gioca un ruolo chiave

Le importazioni hanno segnato una crescita economica significativa, coinvolgendo diversi prodotti principali. Olio di semi, caffè greggio e mais sono al centro dell’attenzione, con l’Asia che assume un ruolo sempre più rilevante, contribuendo al 9% delle importazioni agroalimentari italiane. L’aumento in valore delle importazioni è stato spesso accompagnato da incrementi più contenuti o addirittura riduzioni delle quantità scambiate, riflettendo l’incremento generalizzato dei valori medi unitari.