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Agroalimentare italiano, in aumento valore aggiunto e occupazione

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Nel 2018 l’agroalimentare italiano ha registrato una crescita del valore aggiunto, dell’occupazione e delle imprese dirette da giovani. Lo evidenzia il rapporto “AgrOsserva – La congiuntura agroalimentare – IV trimestre 2018” pubblicato dall’Ismea (Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare), secondo cui dopo essere stata penalizzata dall’andamento meteorologico nel 2017, lo scorso anno l’agricoltura è tornata a fornire un contributo positivo all’economia nazionale.

Agricoltura – Dal rapporto emerge che l’incremento del valore aggiunto dell’agricoltura, in termini reali, è stato pari allo 0,9%. L’occupazione del settore è invece cresciuta dello 0,6% rispetto al 2017, come risultato dell’aumento dell’1,6% degli addetti dipendenti e del lieve decremento dei lavoratori indipendenti. Se da un lato il numero delle aziende agricole archiviate nel Registro delle Imprese – pari a circa 750 mila a fine 2018 – ha registrato una leggera flessione, riconducibile al processo di medio-lungo termine di razionalizzazione del settore, dall’altro la percentuale delle imprese agricole giovanili (con responsabile under 35) è aumentata del 4,1%.

Industria alimentare – Secondo l’Ismea il settore dell’industria alimentare ha mostrato un maggiore dinamismo: l’aumento del valore aggiunto è stato del 2,7%, anche se inferiore a quello del 3,8% registrato nel 2017. L’occupazione del comparto è aumentata del 3,1% nel 2018 – mentre l’anno precedente dell’1,9% -, nonostante il numero delle imprese alimentari sia rimasto sui livelli del 2017, pari a poco meno di 71 mila unità.

Redditività in agricoltura – Il rapporto stima che i conti delle aziende potrebbero andare incontro a un lieve peggioramento, a causa dell’aumento del 3,2% dei prezzi medi degli input di produzione. Sono previsti rincari soprattutto in relazione ai prodotti energetici, ai mangimi e ai salari, mentre i prezzi corrisposti agli agricoltori dovrebbero restare stabili.

Export – Nel 2018 gli scambi agroalimentari con l’estero hanno risentito dell’incertezza globale e del rallentamento dell’economia mondiale. Pertanto, dopo l’aumento del 7,4% registrato nel 2017, lo scorso anno le esportazioni italiane di prodotti agroalimentari sono aumentate solo dell’1,2%, a causa della decelerazione della domanda internazionale dei principali partner commerciali. Complessivamente il valore dell’export dei prodotti agroalimentari made in Italy è pari a quasi 41,8 miliardi di euro.

Consumi domestici – Nel 2018 la spesa delle famiglie italiane per prodotti agroalimentari è aumentata dello 0,3%, mentre nel 2017 era cresciuta del 3,2%. Nel corso dell’anno la spesa è stata trainata dai prodotti a largo consumo confezionati, che hanno registrato un aumento dell’1,9%. Gli acquisti dei prodotti sfusi (pari al 32,1% del valore del carrello) sono invece diminuiti del 3,1%. Secondo l’Ismea, il lieve incremento della spesa sarebbe quindi riconducibile all’aumento dei prezzi medi delle merci.

Foto: © JPchret – Fotolia

red.