Esportazioni record per l’industria agroalimentare italiana. Il Belpaese ha raggiunto per la prima volta nella storia recente l’autosufficienza nella bilancia commerciale, con le esportazioni di cibi e bevande nazionali che hanno superato in valore le importazioni dall’estero. L’export agroalimentare Made in Italy del primo semestre del 2021 ha raggiunto il valore di 24,81 miliardi di euro con un aumento del 12% rispetto all’anno precedente. Storico sorpasso anche sulle importazioni che sono ferme nello stesso periodo a 22,95 miliardi di euro, sulla base dei dati Istat.
I primi segnali di ripartenza per il settore agroalimentare sono iniziati a marzo. Secondo il report Agrimercati di Ismea, è infatti dalla fine del terzo trimestre che sono migliorati una serie di indicatori economici. Le esportazioni hanno segnato un +10,6% a marzo, dopo il -4,7% di gennaio e lo 0,4% di febbraio. Così che il primo trimestre del 2021 si è chiuso con un 2,2% al di sopra del livello dello stesso periodo dell’anno scorso, quando ancora l’Italia non era stata travolta in pieno dall’emergenza socio-sanitaria globale.
Un cambiamento senza precedenti realizzato sotto la spinta della “fame” di Made in Italy all’estero, fanno sapere da Coldiretti. Nonostante le conseguenze della pandemia, soprattutto per le temporanee chiusure di bar e ristoranti. Del resto, nelle case degli italiani sono cresciuti del +7,6% gli acquisti di prodotti che riportano in etichetta un legame con il Belpaese. Come la bandiera tricolore, frasi e parole riferite al Made in Italy oppure una delle indicazioni geografiche europee di origine, come Docg, Dop, Doc, Igp e Igt. La spesa autoctona degli italiani, fra latte, salumi, formaggi, salse, prodotti confezionati, uova, pasta, vino, olio, farine, frutta e verdura Made in Italy, ha raggiunto un valore di oltre 8,4 miliardi di euro secondo l’Osservatorio Nielsen Immagino.
All’estero le vendite del Made in Italy sono sostenute soprattutto dai prodotti base della Dieta mediterranea come il vino, la frutta e verdura, fresca e trasformata, che l’Italia produce in quantità superiori al fabbisogno interno, ma non mancano casi eclatanti di successo tra le new entry come il caviale Made in Italy, le cui esportazioni sono addirittura triplicate nell’ultimo anno (+187%). Tuttavia, resta da colmare il pesante deficit produttivo in molti settori importanti, dalla carne al latte, dai cereali fino alle colture proteiche necessarie per l’alimentazione degli animali negli allevamenti.
In Italia è infatti necessario potenziare la produzione per coprire il deficit del 64% del frumento tenero e del 40% per il frumento duro destinato alla produzione di pasta per il quale si è registrato un calo di autosufficienza in seguito alle massicce importazioni dal Canada. Per quanto riguarda il mais, fondamentale per l’alimentazione degli animali e per le grandi produzioni di formaggi e salumi Dop, l’Italia copre circa la metà (53%) delle proprie necessità. Un trend negativo che riguarda anche la soia visto che si produce circa un terzo (31%) del fabbisogno interno, secondo dati Ismea. In Italia si munge nelle stalle nazionali il 75% del latte consumato e si produce il 55% del fabbisogno di carne con l’eccezione positiva per la carne di pollo e per le uova per le quali il Paese ha raggiunto l’autosufficienza e non ha bisogno delle importazioni dall’estero.
A fare da cornice al trend positivo dell’Italia ci sono le performance dell’Unione Europea. Nella prima metà del 2021, l’import ed export agroalimentare dell’Ue a 27 ha raggiunto un valore di 157,1 miliardi di euro, il 3% in più rispetto a gennaio-giugno 2020. A comunicarlo è la stessa Commissione europea nel suo rapporto periodico sul commercio alimentare. Nel primo semestre dell’anno le spedizioni sono aumentate di quasi il 6% rispetto allo stesso periodo del 2020, raggiungendo i 95,3 miliardi di euro. Le importazioni dell’Ue a 27 hanno raggiunto 61,8 miliardi di euro, l’1% in meno. L’avanzo commerciale agroalimentare è di 33,5 miliardi di euro, in aumento del 21% rispetto al corrispondente periodo dello scorso anno. A contribuire alla performance Ue è stata la ripresa degli acquisti dagli Usa nel secondo trimestre dell’anno, e il traino di vini e liquori. Infine, le previsioni di consumo dell’Ufficio studi di PwC Italia per il periodo 2021-2024, formulate sulla base dell’ultima edizione del World economic outlook del Fondo monetario internazionale, segnalano tassi di crescita superiori ai livelli pre-Covid sia per gli scambi mondiali che per le esportazioni italiane nel settore alimentare. I segmenti che mostrano la ripresa più rapida per il commercio mondiale sono olio (+7,6%) e pesce (+7,1%), mentre a trainare le esportazioni italiane saranno i segmenti del pesce (+9,9%) e dei latticini (+7,9%).
di Anna Roma
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