Home Attualità Agroalimentare, ok Stato-Regioni a fondo per la ristorazione

Agroalimentare, ok Stato-Regioni a fondo per la ristorazione

543
0
salumi

Un sostegno a valle per supportare tutta la filiera agroalimentare. Il fondo per la ristorazione da 600 milioni di euro è ormai prossimo all’attivazione dopo l’intesa raggiunta in Conferenza Stato-Regione. Gli operatori del canale Horeca potranno beneficiare di un contributo per l’acquisto di prodotti agroalimentari, in particolar modo Dop e Igp. I diversi segmenti della filiera, dall’acquacoltura alla suinicoltura al settore vitivinicolo, per fare qualche esempio, potranno così ripristinare e consolidare lo sbocco verso il canale della ristorazione.

Nei prossimi giorni il ministero delle Politiche agricole alimentari forestali, di concerto con quello dell’Economia, pubblicherà il decreto attuativo relativo al fondo.

Anche agriturismi e catering tra i beneficiari

Le misure correlate al lockdown hanno penalizzato gravemente le attività di ristorazione e diversi comparti della filiera agro-alimentare-zootecnica non hanno avuto la possibilità di vendere i loro prodotti a un canale che accoglie il 30% delle vendite di questi beni. Un serio problema soprattutto per quei comparti molto legati all’Horeca, ad esempio quello lattiero-caseario ma anche quello del bovino da carne fino all’olivicoltura. Nel suo terzo rapporto sull’emergenza CoVid-19 di giugno Ismea aveva stimato un calo dei consumi fuori casa che sfiorava il 40%, circa 34 milioni di euro per tutte le attività di ristorazione. Nel 2019 la spesa si era invece avvicinata agli 86 miliardi di euro.  

Con il decreto legge n. 104 del 14 agosto scorso si è così deciso di istituire un fondo per la ripresa e la continuità delle attività di ristorazione stanziando delle risorse per un’ampia platea di soggetti: non solo ristoranti, ma anche mense, agriturismi, catering per eventi e alberghi (limitatamente alla somministrazione di cibo). In particolare potranno godere dei contributi o quelle aziende che hanno avviato l’attività dal 1° gennaio 2019 o quelle attive da prima ma che hanno subito un calo del fatturato medio tra marzo e giugno di tre quarti rispetto allo stesso periodo dell’anno passato. 

Una misura contro gli sprechi di cibo

I prodotti che potranno essere acquistati sono quelli da vendita diretta e da filiera nazionale integrata, dalla materia prima al prodotto finito. Priorità è stata data agli acquisti di prodotti Dop e Igp e a quelli ad alto rischio spreco che saranno definiti dal decreto. Tra questi ci saranno anche quelli del paniere del tavolo anti-spreco e del programma di aiuto agli indigenti fra i quali latte 100% italiano, prosciutto crudo Dop e cotto 100% italiano, olio extra vergine 100% da olive italiane e/o Dop e altri prodotti di origine italiana. 

L’istituzione del fondo per la ristorazione ha infatti scopi ulteriori rispetto al sostegno al canale Horeca: “In sinergia con il decreto sugli aiuti agli indigenti – ha sottolineato la ministra delle Politiche agricole Teresa Bellanova – conteniamo le eccedenze ed evitiamo gli sprechi alimentari, in linea con quanto previsto dalla strategia Farm to Fork della Commissione europea”.

Il prodotto principale non potrà superare il 50% della spesa totale e gli acquisti dovranno comprendere necessariamente tre diverse tipologie di prodotto. Infine, in sede di confronto con le rappresentanze regionali, la Conferenza Stato-Regione ha raccomandato l’inclusione di altri prodotti da aggiungere all’allegato del decreto tra cui le uova di allevamento all’aperto 100% italiane.

Fino a 10 mila euro massimi ad attività

Ciascuna impresa potrà presentare domanda di contributo tramite i servizi di Poste Italiane (piattaforma web o sportelli). Il contributo sarà autorizzato dal ministero e Poste corrisponderà prima un anticipo del 90% e poi il saldo a fronte della documentazione che attesta gli acquisti fatti. Il contributo è compreso tra 1000 e 10 mila euro (Iva esclusa); se l’ammontare delle somme richieste dovesse eccedere le risorse stanziate dal ministero il contributo sarà concesso in misura proporzionale agli acquisti documentati.

A campione, le domande saranno sottoposte a controlli da parte dell’Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari per verificare i requisiti soggettivi e quelli relativi ai prodotti acquistati.

Foto: © nolonely_Fotolia